Quasi un migliaio di persone hanno manifestato in piazza Unità a Trieste contro la gestione della Fase 2 da parte del governo italiano.
La manifestazione era stata organizzata su internet, nonostante le attuali norme impediscano ancora gli assembramenti e le uscite non motivate, dal “Comitato di Trieste Responsabilità e azione”, e puntava a protestare contro le chiusure imposte a commercianti, albergatori e liberi professionisti. Presenti anche esponenti politici, fra gli altri il vicesindaco Paolo Polidori.
Gli interventi hanno chiesto di anticipare le riaperture e contestato le norme ipotizzate per le attività come bar e ristoranti, che prevedono distanze di sicurezza tali da impedire di fatto, è stato detto, l'attività commerciale.
Fra le richieste anche la sospensione delle scadenze fiscali e finanziamenti per sostenere le attività e gli stipendi dei dipendenti.
Non sono però mancate le reazioni da parte dei cittadini, soprattutto per il numero di persone, ritenuto eccessivo. Molti partecipanti fra l’altro avevano la mascherina abbassata. Al termine della manifestazione gli organizzatori sono stati anche sanzionati per avere violato le norme che impediscono gli assembramenti e limitano gli spostamenti dei cittadini.
Una risposta, sia pur indiretta, da parte del govreno è giunta in serata: in una lettera ai governatori, che premevano per anticpare le riaperture, il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia ha infatti escluso una riapertura delle attività a partire dall'11 maggio.
Sempre a Trieste corso della mattina altri lavoratori, quelli dello spettacolo, avevano manifestato di fronte al palazzo della giunta regionale, anche se in numero molto minore, chiedendo interventi per il settore.
(Red)