Foto: Radio Capodistria/Fifaco
Foto: Radio Capodistria/Fifaco

Il Centro Italiano Femminile di Trieste, con il patrocinio del Comune, ha organizzato degli appuntamenti pe promuovere la tradizione ludica triestina e la socializzazione tra i bambini e ragazzi.

Alla presentazione dell'evento, era presente anche l'assessore alle politiche sociali del comune di Trieste Massimo Tognolli, oltre che la presidente del CIE, Maria Trebiciani, Elena Cerkvenič Grill, sempre del CIE, che ha curato ed organizzato l'iniziativa e le due autrici del testo, Micaela Iasnig e Silvia Ambrosi.

Come è nata l'idea del libro? Ce lo spiega una delle due curatrici, Silvia Ambrosi:

"L'idea di fare un libro è nata chiacchierando, durante un pomeriggio d'estate, guardando i bambini, i nostri figli che giocavano. Abbiamo cominciato a ricordare i nostri giochi e pensare a quali fossero le regole. Abbiamo iniziato a scrivercele ed abbiamo cominciato anche a chiedere a parenti, amici, vicini, di raccontarci i loro giochi, le loro tradizioni, iniziando a raccoglierle.
Ci siamo accorte, ad un certo punto, che avevamo abbastanza materiale da poterlo suddividere in argomenti, come poi si è strutturato il libro, che comprende le conte, le penitenze, i giochi all'aperto e i giochi in casa, i giochi per i piccoli, per i più grandi.
Poi abbiamo aggiunto i modi di dire, della tradizione e alla fine un glossario. Il libro era rimasto fermo per tanto tempo, avevamo anche chiesto a qualche casa editrice di pubblicarlo, ma volevano una cosa più accademica, tipo tesi di laurea, più scientifica. Invece noi abbiamo voluto mantenere la freschezza di chi ci ha raccontato i propri ricordi, senza cambiare niente, così le persone che hanno letto, le nostre amiche che ci hanno contattato, si sono ricordate proprio di questo ed è quello che a me, personalmente, ha fatto molto piacere, poiché condividevano i propri ricordi personali. Proprio l'altro giorno un'amica poetessa di Venezia, che conosco da quando eravamo piccole, si è ricordata di un gioco che facevamo con i nostri genitori in montagna. Quindi sia a Trieste che a Venezia si faceva lo stesso gioco".

Un libro che viene presentato anche in alcuni istituti scolastici e che sarà sicuramente stimolante per la socialità dei ragazzi.

"Sì, infatti il Centro italiano femminile di Trieste. Ha chiesto il supporto del nostro libro per portare avanti questo progetto per la diffusione della cultura triestina, del dialetto e dei giochi di società, con i bambini che hanno risposto benissimo, benché non tutti conoscessero i giochi, anzi la maggior parte non li conosceva".

Davide Fifaco