C’era anche un minorenne fra i figuranti che sono stati identificati dalla polizia di Pordenone, dopo essersi presentati alla proiezione del film "Comandante” (che racconta la storia del comandante di sommergibili Salvatore Todaro, durante la Seconda Guerra mondiale), indossando delle divise militari naziste e fasciste.
La foto, che ritrae sette persone, sedute in prima fila in un cinema di Spilimbergo in divisa militare, e che ha fatto il giro del Web, era stata postata da un esponente di Fratelli d’Italia, Bruno Cinque, presidente dell'associazione Erasmo da Rotterdam che ha organizzato l'evento ma non era tra i figuranti.
Secondo gli organizzatori e i partecipanti l’atto non sarebbe stato organizzato per compiere propaganda nazista o fascista, attività vietate dalla Costituzione italiana, ma si sarebbe trattato di una sorta di rievocazione storica.
Tutti sono stati segnalati all'autorità giudiziaria che dovrà accertare se nel comportamento dei sette si configuri un reato.
Lo stesso Cinque, postando le foto, aveva specificato che il gruppo aveva “presenziato per una comparsa scenica con alcuni elementi delle associazioni d'arma e alcuni amici in uniforme storica", e ha smentito che si trattasse di una rievocazione nazista. "Hanno strumentalizzato questo caso alla grande – ha dichiarato all’AdnKronos - dovevano venire anche persone vestite da partigiani ma non hanno fatto in tempo".
L'episodio ha innescato una serie di reazioni politiche, con una richiesta d’interrogazione parlamentare, ma anche iniziative di protesta come quella annunciata per mercoledì prossimo sotto la sede del municipio da un gruppo apartitico per sottolineare come Spilimbergo rifiuti il fascismo.
“Il Friuli e Spilimbergo sono solo antifasciste, - hanno scritto gli organizzatori sui social - e questo territorio rifiuta il fascismo e il nazismo”. Gli organizzatori hanno anche ricordato altri episodi avvenuti in città collegati all’ideologia fascista, come il passante che si è esibito in un saluto romano di fronte a un presidio permanente per l’eliminazione della violenza di genere a novembre, la svastica tracciata su un negozio di un commerciante originario del Burkina Faso a luglio, o un cartello con la scritta “Partigiano RubaGalline” appeso nel 2020 nel luogo in cui fu impiccato Primo Zanetti, partigiano impiccato sotto la Torre Occidentale di Spilimbergo”.
Gli organizzatori denunciano anche “un silenzio assordante di tutta la giunta comunale”, ad esclusione di un post su Facebook del sindaco, che aveva ribadito “l'estraneità dell'Amministrazione rispetto alla presenza delle divise "storiche" al Cinema Miotto durante la proiezione del film "Comandante"; presenza - ha aggiunto - della quale l'Amministrazione stessa non era assolutamente a conoscenza né ha condiviso”.
Alessandro Martegani