
Un modo per evitare che la statua dell’imperatrice d’Austria venga utilizzata come bivacco o addirittura come gabinetto, ma anche per ridare dignità a un monumento che racconta la storia della città.
Sono i due aspetti dell’operazione di riqualificazione della statua di Sissi, monumento installato in piazza Libertà, a pochi passi dalla Stazione ferroviaria, nel 1997, dopo aver atteso per 76 anni nei magazzini di Miramare. Lo sguardo dell’impetratrice era stato testimone, negli ultimi anni, della trasformazione della piazza in luogo di ritrovo dei migranti che giungono a Trieste attraverso la rotta balcanica e che non trovano strutture di accoglienza.
Purtroppo, l’assenza di barriere fisiche fra l’area della piazza e la statua aveva trasformato il basamento a volte in un bivacco, a volte in un bagno per le centinaia di persone che trascorrevano le giornate nei pressi della stazione. I rifiuti accumulati avevano anche attirato i ratti, che avevano creato danni sotto il basamento.

Sulla statua erano comparsi i segni del tempo, ed è stato quindi deciso, come ha ribadito l’assessore alle Politiche del territorio Michele Babuder, d’intervenire con una recinzione e la piantumazione di nuovi cespugli. “Non c'è alcuna intenzione di bloccare, o di creare delle barriere – ha spiegato Babuder presentando l’intervento accanto all’assessore al bilancio Everest Bertoli e al consigliere comunale Alberto Polacco -: si tratta di un ripristino di un manufatto già preesistente, che non era stato considerato quando è stata rifatta questa piazza qualche decina di anni fa. Abbiamo fatto lo stesso in piazza Venezia, o in piazza San Giovanni, con la protezione di monumenti che sono di tutti, al di là di ogni ulteriore valutazione sull'utilizzo improprio che ne può fare ciascuno”. “È un minimo intervento che auspichiamo possa essere apprezzato dai cittadini, e che va a cercare di porre rimedio a quello che era un bivacco sul monumento. Oltre alla recinzione, abbiano anche implementato e rivisto l'impianto elettrico, ed è stato adeguato l'impianto di irrigazione. A fine mese, in condizioni di clima favorevoli, verranno fatte anche tutte le piantumazioni.”

La recinzione, alta poche decine di centimetri (e che rappresenta quindi una sorta d’invito a non salire sul basamento più che una vera e propria barriera fisica), sarà poi abbinata a una striscia di cespugli. La riqualificazione è costata 70 mila euro, fondi che sono stati trovati dal Comune che, come è stato rilevato nel corso dell’incontro, ha però recentemente deciso di rinunciare ai bagni chimici installati poco distante, poiché, come ha rilevato Babuder, in questi mesi avrebbero creato più problemi che altro all’amministrazione. “Quei bagni – ha detto - sono stati promessi e installati su ferma volontà del sottoscritto l'anno scorso, in una serie di azioni combinate proprio per cercare di dare sollievo anche a chi aveva delle necessità impellenti. Avevo detto che i bagni avrebbero resistito fino a quando se ne poteva consentire un utilizzo in sicurezza e non venissero distrutti: la verità è che sono stati distrutti ogni giorno quattro bagni, tant'è che anche la ditta proprietaria ha deciso di che non era più conveniente impiegare del materiale. La penso così anch’io, che l’anno scorso avevo sostenuto la necessità di fornire una dotazione di servizi igienici, anche con oneri a carico della collettività: purtroppo i bagni venivano utilizzati sia per nascondere sostanze stupefacenti sia per essere unicamente vandalizzati e distrutti, da qui la decisione di levarli”.
Alessandro Martegani
