Era stato dato alle fiamme nell’agosto dello scorso anno, ma ora il drago di Vaia è tornato.
Sarà inaugurata domani la nuova versione del drago di Vaia, la scultura costruita con i rami degli alberi abbattuti dalla tempesta che nel 2018 rase al suolo intere foreste delle montagne di Veneto, Trentino e anche Friuli Venezia Giulia, simbolo della rinascita delle aree colpite. La prima statua era stata data alle fiamme da un ignoto piromane: era il drago in legno più grande del mondo, alto 6 metri e lungo 7, costruito con 3.000 viti e 2.000 scarti di arbusti, a Magrè di Lavarone, sull'Alpe Cimbra.
Subito dopo l’incendio era partita una sottoscrizione per reperire i fondi per ricostruirlo, e lo stesso scultore, Marco Martalar, aveva promesso che sarebbe ritornato, ed è successo, anche se la storia dell’incendio rimarrà scolpita sul nuovo drago.
“I pezzi di legno - ha fatto sapere lo stesso artista - sono di colore nero, volutamente bruciati”. La nuova scultura, già visitabile, ha dimensioni doppie rispetto alla versione precedente: lunga 15 metri, alta sette, costruita con del legno carbonizzato per un peso totale di sei tonnellate.
“Questo nuovo Drago – ha detto l’artista presentando l’opera su Instagram - non è solo un guardiano a monito del rapporto tra essere umano e natura, ma è un custode di memoria, di storie, un simbolo di rinascita e resilienza dove noi esseri umani dovremmo restare sempre umili davanti a madre natura”.
Alessandro Martegani