Secondo la dirigente dell'istituto superiore Sandro Pertini di Monfalcone, Carmela Piraino, la decisione di controllare sotto il velo che effettivamente ci siano le studentesse iscritte è una soluzione non traumatica, che garantisce la continuità scolastica, che deve essere il vero fine delle istituzioni, evitando l'abbandono scolastico da parte di queste giovani ragazze.
Questa scelta ha però scatenato una raffica di diverse reazioni da parte dei principali esponenti politici di tutte le fazioni ed anche dell'opinione pubblica. Peraltro, da anni la nutrita comunità musulmana, in particolare bengalese e l'amministrazione comunale di Monfalcone, soprattutto con l'ex sindaco leghista Anna Maria Cisint, sono in aperto scontro e proprio l'attuale europarlamentare ha convocato una conferenza con i vertici regionali della Lega per dibattere della questione.
Marco Dreosto, senatore e segretario del Carroccio del Friuli-Venezia Giuli, ha annunciato che verranno presentati con la massima urgenza una mozione ed un progetto di legge regionale per vietare l'utilizzo del niqab nei luoghi pubblici, proprio a partire dalle scuole. La Lega ha puntualizzato che, oltre alla tematica della sicurezza, va per prima cosa tenuta in conto la lotta all'oppressione delle donne, molte delle quali costrette a coprirsi con il niqab.
Una linea appoggiata anche dal Partito democratico, con il Capogruppo regionale Diego Moretti, già candidato sindaco a Monfalcone, che ha inviato una missiva all'ufficio scolastico regionale ed all'Assessore regionale all'Istruzione, Alessia Rosolen, in cui chiede un'interpretazione univoca per tutti gli istituti scolastici della regione che vieti l'utilizzo del niqab all'interno delle aule scolastiche. Nella nota si legge: «L'integrazione e la pacifica convivenza in una comunità devono essere concetti e regole basilari da seguire, nel rispetto delle regole collettive e delle convinzioni di ognuno. Il volto coperto va inteso, in questo senso, come un ostacolo alla piena ed effettiva integrazione, soprattutto all'interno di una scuola».
Davide Fifaco