È una critica quasi unanime quella che giunge dall’Italia alla decisione di Lubiana di rafforzare il servizio di pattugliamento della frontiera per evitare che gli italiani sconfinino. Solo una settimana fa la decisione della Slovenia di concedere l’accesso ai cittadini europei e l’annuncio da parte del governo italiano sulla possibilità di muoversi fra regioni a partire dal 3 giugno avevano fatto sperare in un ritorno alla normalità, ma i tempi sembrano non essere più così certi.
Il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, ha scritto al ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, esprimendo “preoccupazione”. “Non è immaginabile – ha detto - che il Friuli Venezia Giulia possa trovarsi a pagare le conseguenze di un blocco confinario unilaterale attuato da Austria e Slovenia”. Fedriga ha chiesto al governo di puntare “sul rafforzamento dei controlli ed eventualmente sull'allentamento delle misure restrittive nazionali per quelle aree, come il Friuli Venezia Giulia, che presentano indici epidemiologici compatibili con quelli dei Paesi limitrofi”.
Sulla stessa posizione anche i sindaci di Gorizia e Nova Gorica, Rodolfo Ziberna e Klemen Miklavic, che si sono seduti su un tavolo posizionato sulla linea di confine che è tornata a dividere le due città, parlando dei progetti comuni. “Sul confine tra l'Italia e la Slovenia – ha detto Ziberna - deve tornare al più presto la normalità del libero transito, anche per evitare situazioni esagerate e poco realistiche come gli annunciati pattugliamenti sloveni”.
Anche la parlamentare del Pd ed ex governatrice Debora Serracchiani ha auspicato che “torni al più presto la normalità sul confine” tra i due paesi, ricordando come “questo confine sia stato il più aperto anche al tempo della Cortina di Ferro”.
Il deputato di Forza Italia, Guido Germano Pettarin si è chiesto “come i governi di due paesi Schengen, come Italia e Slovenia, e l’Unione europea stessa, non riescano a capire come gestire con intelligenza la situazione dei propri confini, e restino ancora sordi agli appelli di un territorio che deve avere una disciplina unica”.
Non mancano le critiche a Lubiana: Sandra Savino, deputata e coordinatrice di Forza Italia, ha parlato di “un’inaccettabile doppiopesismo della Slovenia, distratta - ha detto - di fronte al passaggio dei migranti verso l'Italia, attenta e solerte nel chiudere le frontiere ai cittadini italiani”. “Non bastavano – ha aggiunto il deputato di Forza Italia Roberto Novelli - i massi posti al confine tra Slovenia e Italia, ora anche il rafforzamento delle frontiere solo per gli italiani, quasi etichettati come untori, mentre i migranti della rotta balcanica continuano a entrare in Italia”.
Per ora però i controlli rimangono, per evitare sconfinamenti in macchina, a piedi o in bicicletta: episodi che causerebbero preoccupazione tra la popolazione, ma anche dal lato sloveno del confine non manca chi tende a ridimensionare il problema, come la sindaca di Erpelle-Cosina, Saša Likavec Svetelšek, che ha dichiarato al quotidiano Primorski Dnevnik di non ritenere che eventuali passeggiate e giri in mountain bike rappresentino una minaccia di contagio. “Da entrambe le parti del confine in linea di massima rispettiamo le raccomandazioni e nell’ultimo weekend non si è registrata una particolare ondata – ha aggiunto -: certe scene forse appartengo al passato”. “Anche la popolazione non lo vive come un pericolo, semmai l'assenza degli italiani rappresenta un problema per la piccola imprenditoria, artigiani, parrucchieri, saloni di bellezza, ristoratori, gestori di distributori di carburante, perché gli italiani rappresentavano una presenza costante e i mancati introiti si fanno sentire”. “Noi – ha concluso - saremmo favorevoli a un'apertura tra il FVG e la Slovenia”.
Sempre il quotidiano di lingua slovena ha poi anche riportato un episodio che ha visto protagonisti un uomo di 32 anni, con cittadinanza italiana e slovena, e la sua fidanzata, fermati la scorsa settimana mentre passeggiavano nei pressi di Cosina-Erpelle perché scambiati per migranti. Un soldato ha intimato ai due di fermarsi e di mettersi seduti, puntando il fucile contro i due escursionisti. La situazione si è risolta immediatamente quando il giovane si è identificato rispondendo in sloveno, ma l’episodio conferma la tensione crescente lungo il confine fra Italia e Slovenia.
Alessandro Martegani