L'esercitazione transnazionale anti-inquinamento tra Italia, Slovenia e Croazia, nell'ambito del progetto Namris (North Adriatic Maritime Incident Response System) è un ulteriore importante passo verso la salvaguardia dell'ecosistema dell'Adriatico, il mare comune ai tre Paesi coinvolti nell'esercitazione, che sicuramente in futuro vedrà ulteriori sviluppi, come ha sottolineato Vannia Gava, viceministro italiano dell'Ambiente: "È stato un piacere per me essere coinvolta oggi in questo esperimento. Insomma, in questa esercitazione, veramente importante, che è un po' la coda di tutto il lavoro che è stato fatto nei mesi e negli anni precedenti adesso continueremo con la sottoscrizione del protocollo d'Intesa tra Italia, Croazia e Slovenia, perché questo deve essere un protocollo fondamentale. Può essere anche utile per altri paesi, per vedere quello che stiamo facendo, ovvero la tutela di un bene prezioso, che è la tutela del mare. In base ai gradi anche di gravità, vengono inseriti i vari interventi e le procedure dedicate e quindi io credo che questo sia stata un evento fondamentale, per far capire che le cose si possono fare insieme, come la tutela dell'ambiente".
Un progetto organizzato da CEI-Iniziativa Centro Europea, come ha spiegato il Segretario generale della stessa CEI, il senatore Roberto Antonione: "Questo è un progetto finanziato dalla Commissione Europea. Noi come Iniziativa Centro Europea siamo stati i coordinatori, sempre con un coinvolgimento internazionale della Slovenia e della Croazia, perché è del tutto evidente che in un mare come il nostro, qualsiasi incidente ha bisogno di procedure uniche, di intervento unico e non di cercare appena chi è l'interlocutore con il quale devo interfacciarmi per poter intervenire.
L'intervento deve essere immediato se vuole essere tempestivo. Non c'è però solo l'intervento, naturalmente quello che ci preme ricordare e che noi vorremmo che si arrivasse, come diceva il viceministro Gava, ad un protocollo d'intesa internazionale per rendere permanente questa modalità di intervento, su tutte le necessità che possono sorgere in termini di emergenza in mare".
Davide Fifaco