La cerimonia solenne alla Risiera di San Sabba, monumento nazionale e unico campo di sterminio nazista con forno crematorio in Italia, è stato come di consueto l’evento principale del programma di attività organizzate in occasione del “Giorno della Memoria”, ricorrenza istituita nel 2000 in Italia, per ricordare l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz e lo sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati nei campi nazisti.
Anche quest’anno la pandemia ha costretto a ridurre le presenze ai soli rappresentanti delle istituzioni e di alcune organizzazioni: oltre al sindaco, Roberto Dipiazza, e ai rappresentanti delle autonomie locali, c’erano piccole rappresentanze di organizzazioni di combattenti, partigiani e deportati, oltre ai rappresentanti della comunità religiose.
Dopo la deposizione delle corone di fronte al punto in cui sorgeva il forno crematorio, ha preso la parola il sindaco Roberto Dipiazza ricordando come, nonostante la pandemia che ha comunque condizionato le attività, il Giorno della Memoria sia ugualmente sentito e celebrato a Trieste. Una celebrazione, ha detto, che però non deve limitarsi a onorare “tutte le vittime del nazismo e fascismo”: “celebrare la memoria del passato – ha aggiunto - non deve essere una funzione consolatoria, il giorno della memoria non deve essere confinato ciò che è stato, non deve diventare una fotografia in bianco e nero ma deve ricordare a tutti noi di non dimenticare, perché solo così possiamo costruire qualcosa di positivo per il futuro”.
Dipiazza nel suo intervento, tradotto in sloveno, ha anche ricordato la promulgazione delle leggi razziali da parte di Mussolini, annunciata in piazza Unità: “Insieme alla comunità ebraica – ha aggiunto - abbiamo da tempo intrapreso un percorso di ricordo e verità, caratterizzato anche da momenti simbolici molto significativi come la deposizione delle pietre d'inciampo a ricordo di cittadini deportati nei campi di concentramento”.
Nel corso della cerimonia ha preso la parola anche il rabbino capo di Trieste, Alexander Meloni, che ha ricordato come il Giorno della Memoria non sia dedicato solo alle vittime appartenenti al popolo ebraico, ma anche altri gruppi perseguitati come Rom, chi si opponeva al nazismo, diversamente abili, gay. Non basta, ha aggiunto, ricordare quei fatti un giorno all’anno, perché l’antisemitismo e le discriminazioni continuano, come i dati dimostrano, e vanno combattute ogni giorno.
All’esterno della Risiera era presente anche una delegazione dell’Arcigay arcobaleno Trieste Gorizia, organizzazione che nelle ore che hanno preceduto la cerimonia aveva criticato duramente il sindaco Dipiazza per la decisione di escludere l’associazione dai gruppi presenti all’interno del monumento. Il presidente, Andrea Tamaro, aveva ricordato come fra i deportati dai nazisti ci fossero anche molte persone gay e lesbiche, ai quali è anche dedicata una targa all’interno della Risiera.
Contro la decisione del comune si erano schierate molte forze politiche di centro sinistra presenti in Consiglio comunale, e proprio all’arrivo alla Risiera il sindaco si è avvicinato alla delegazione dell’Arcigay che si era radunata all’esterno e ha invitato alcuni esponenti ad entrare e a presenziare alla cerimonia, invito che è stato accettato. "Abbiamo apprezzato il gesto. ha raccontato Tamaro - ma rimane il fatto che la nostra organizzazione era stata eslusa, così come già accaduto in passato, da questo tipo di cerimonie. Ci auguriamo che questa vicenda possa essere l'inizio di un percorso per arrivare risolvere la situazione definitivamente e normalizzare i rapporti con questa giunta".
Non è stato invece ben accolto il consigliere comunale no vax Ugo Rossi, che si è presentato all'ingresso del Monumento nazionale, accompagnato dal suo avvocato, cercando di entrare senza Green pass ma è stato bloccato dalle forze dell’ordine con cui avuto anche un confronto duro e ai quali ha chiesto le generalità. Un gruppo di supporter di Rossi ha poi improvvisato un breve intervento all'esterno del monumento, facendo un parallelismo fra le discriminazioni contro gli ebrei o le persone di colore, e quelle che sarebbero state messe in atto contro i non vaccinati.
La cerimonia alla Risiera era stata preceduta e seguita da altre attività legate al giorno della memoria. Corone sono state deposte in vari punti chiave di Trieste come la targa che ricorda la prigionia di Giovanni Palatucci, ultimo Questore di Fiume, dichiarato “Giusto tra le Nazioni” e “Servo di Dio”, deportato nel 1944 nel campo di concentramento di Dachau, e alla stazione ferroviaria, sulla lapide che ricorda la partenza dei convogli dei deportati verso i campi nazisti dal settembre 1943 al febbraio 1945.
Alessandro Martegani