Oggi viviamo una distanza fra la vita vera, ricca sia pur con molti problemi, e la percezione della vita stessa, e parte della responsabilità è di chi comunica, e quindi anche della stampa.
È stato questo il punto di partenza del ragionamento di Marco Tarquinio, direttore del quotidiano cattolico Avvenire che ieri a Trieste ha partecipato al primo dei "Colloqui al Circolo della Stampa", organizzati a Trieste dallo stesso Circolo e dal gruppo "Camminare Insieme".
Tarquinio, alla guida del quotidiano Cattolico dal 2009, ha richiamato le responsabilità di chi fa comunicazione nella percezione negativa della società da parte dei cittadini, spesso utilizzata strumentalmente dalla politica. Uno degli esempi è quello dell'immigrazione, ma anche i muri, che ha spiegato, possono essere quelli di Trump e Orban, ma anche quelli che reggono i tetti delle case date ai poveri e gli immigrati.
Tarquinio ha anche ribadito la critica ai provvedimenti della manovra finanziaria, che prevedono una progressiva riduzione dei finanziamenti per l'editoria: una posizione ideologica ha detto che ha coinvolto l'Avvenire, e rischia di danneggiare in futuro anche i giornali delle minoranze linguistiche.
"Il problema delle operazioni ideologiche, - ha detto - è che vengono condotte a prescindere dalla realtà e senza considerare gli effetti che producono: la politica dovrebbe sempre, come ha ricordato anche Francesco, avviare processi sapendo che processi avvia, e non occupare spazi di potere. Ho la sensazione che in questo caso siamo di fronte a un'operazione di potere, che non considera i processi avviati, che sono l'abbandono di testate che rappresentano una voce di minoranza, ma proprio per questo più preziosa e più importante nel dibattito pubblico".
Alessandro Martegani