Un incontro con l’amministrazione regionale e l’organizzazione locale della Protezione Civile, ma anche un’occasione per vedere da vicino e personalmente come procede la macchina della solidarietà e dell’accoglienza ai profughi ucraini.
Sono stati i due aspetti della breve visita a Palmanova del premier italiano Mario Draghi, giunto in regione, accanto al capo della Protezione Civile italiana Fabrizio Curcio, per fare il punto sull’assistenza ai profughi e visitare la sede della Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia, regione che rappresenta la porta d’ingresso in Italia per le migliaia di cittadini ucraini che fuggono dalla guerra: sono ornai 60 mila quelli giunti in Italia dall’inizio del conflitto.
“La visita di oggi - ha detto il Presidente del Consiglio dopo aver incontro i vertici dell’amministrazione regionale, i volontari e i tecnici della Protezione Civile - è fonte di conforto. L’accoglienza, l’organizzazione, l’entusiasmo di questi volontari dimostrano che possiamo contare su una struttura efficiente, funzionante, moderna, che è la Protezione Civile. Il modo in cui abbiamo reagito a tutte le emergenze degli ultimi due anni - ha aggiunto - è stato quello di integrare le decisioni del governo con quelle delle Regioni e dei Comuni. Questa alleanza istituzionale è un patrimonio che dobbiamo tenere, da preservare: oggi abbiamo 60mila profughi, chissà quanti ce ne saranno dopo, e questo gioco di squadra è dunque fondamentale”.
Draghi ha assistito alla partenza di un convoglio di quattro camion carichi di medicinali e presidi sanitari diretti in Romania, dove il materiale verrà depositato in un hub e ritirato da mezzi ucraini: proprio la sede di Palmanova diventerà centro nazionale di smistamento degli aiuti all'Ucraina. Il Premier ha poi partecipato a due riunioni: una con il Presidente della Regione Massimiliano Fedriga e il vicepresidente e assessore alla Protezione Civile Riccardo Riccardi, e una seconda più allargata con i rappresentanti di comuni e il personale tecnico. Nel corso della riunione c’è stato anche un collegamento in videochiamata con il campo allestito dalla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia in Slovacchia, a Michalovce, a una trentina di chilometri dal confine con l'Ucraina, costituito da 30 tende con 28 volontari, in grado di accogliere 250 persone.
Lo stesso Fedriga ha ribadito l'importanza del modello di collaborazione costruito nel corso della pandemia tra le Regioni e il Governo, fondato, ha detto, anche “sul livello di condivisione che amministrazioni regionali hanno dimostrato all'interno della Conferenza delle regioni, con il 98 per cento delle scelte votate all'unanimità”.
Sia Fedriga, sia Riccardi, hanno poi ricordato come il flusso di profughi ucraini sia diverso rispetto alle precedenti esperienze, perché si tratta, ha detto il vicegovernatore, “perlopiù di minori e donne e quindi una specificità alla quale va dato un determinato tipo di risposta: adesso – ha aggiunto Riccardi -, come stiamo facendo, bisogna mettere a punto la sicurezza sanitaria delle persone che stanno arrivando in un quadro istituzionale di grande collaborazione”.
All’esterno della sede della Protezione Civile non sono mancate le proteste, sia dei no vax sia dei pacifisti. I manifestanti hanno esposto ai lati della strada uno striscione con la scritta “invochiamo la pace e inviamo le armi”, mentre i no vax, qualche decina tenuti a distanza dalla polizia, hanno esibito uno striscione con la scritta “basta dittatura sanitaria”.
La visita a Palmanova del Presidente del Consiglio ha però provocato la reazione del Presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin, che ha parlato di "sgarbo istituzionale": "La visita - ha affermato in aula - non è stata preceduta da alcuna comunicazione né invito all'Assemblea legislativa regionale, il massimo organismo di rappresentanza eletto democraticamente dai cittadini. Si tratta - ha aggiunto - di una caduta di stile, di uno sgarbo istituzionale di cui sono dispiaciuto: è sempre importante, in una Regione autonoma come la nostra, confrontarsi con l'Assemblea che è stata democraticamente eletta e che rappresenta l'intera comunità regionale".
Alessandro Martegani