Passaparola sui social, iniziative clamorose come la manifestazione a Redipuglia per far passare l’immagine di patrioti che combattono per la nazione, ma anche metodi assolutamente tradizionali, quasi démodé, come le scritte sui muri.
Il movimento no vax e no green pass nelle ultime settimane ha perso la spinta popolare che aveva animato manifestazioni molto partecipate in Italia, su tutte quelle di Trieste con più di 15 mila persone e l’occupazione per giorni di piazza Unità, ma la protesta non si ferma e continua anche con metodi tanto tradizionali quanto violenti nel linguaggio, come le scritte sui muri, riprese dopo anni di assenza, e che hanno riproposto un clima che ricorda quello degli anni 70 in Italia.
Le prime scritte no vax sono apparse in Friuli Venezia Giulia questa estate, ma nelle ultime settimane si sono intensificate, con insulti e minacce soprattutto all’indirizzo del governo e della giunta regionale, tanto da spingere le forze dell’ordine mettere sotto scorta il governatore Massimiliano Fedriga.
L’ultima in ordine di tempo è stata quella trovata sul muro esterno di una scuola media di Udine, che definisce il governo italiano “nazista”, aggiungendo che “il vaccino uccide”: un’azione che arriva proprio nella giornata in cui sono iniziate le prenotazioni per le vaccinazioni della fascia dei bambini fra i 5 e gli 11 anni.
Scritte di questo genere erano però apparse anche su un asilo e su un’adiacente scuola superiore a Trieste, con l’invito a non vaccinare i bambini e insulti al governatore Fedriga, che, in un’altra scritta trovata Osoppo, nei pressi di Udine, era anche stato minacciato di morte
Lo stile è quasi sempre lo stesso: scritte rosse siglate con una doppia v in un cerchio rosso. È il simbolo del “ViVi”, movimento no vax, al centro di un’inchiesta che ha portato a una serie di perquisizioni in tutta Italia, e che unisce le teorie complottistiche già diffuse dal movimento di estrema destra “QAnon”, secondo cui ci sarebbe una sorta di potere occulto che gestirebbe il mondo, all’immagine del film “V per Vendetta”, raddoppiando la V che utilizzava il protagonista.
Difficile dire se si tratti di azioni coordinate o solo di emulazioni di singoli alimentate dai social, sta di fatto che le forze dell’ordine sembrano prendere questi episodi molto seriamente.
Alessandro Martegani