Il Friuli-Venezia Giulia, in particolare lungo le aree di confine, è multietnico e multilinguistico e la maggioranza etnica convive con una o più minoranze, anche in maniera collaborativa.
Tra la minoranza italiana e quella slovena le relazioni non sono sempre state esenti da tensioni; le "diffidenze" tra le due realtà sono state successivamente mitigate dall'entrata della Slovenia in Europa e dal progressivo processo di integrazione, favorito anche dalle iniziative promosse dalla stessa Europa.
Uno di questi casi di integrazione, molto significativo è quello della scuola slovena di Vermegliano, una frazione di Ronchi dei Legionari, frequentata prevalentemente da studenti di lingua ed etnia italiana.
Un caso che ha dato il via ad una ricerca e ad un volume curato da Devan Jagodic e Moreno Zago.
Ne abbiamo parlato proprio con quest'ultimo: "Questa è una particolarità molto interessante, che si riscontra anche in altre realtà del nostro confine, soprattutto a Trieste, dove la lingua non viene più percepita come qualcosa di estraneo, ma come un'opportunità, un elemento di ricchezza, che viene sentito, percepito dalle famiglie della comunità italiana, dalla maggioranza italiana, come un'occasione di studio, un'opportunità di lavoro, un'opportunità anche di residenza. Si amplia quindi il territorio frontaliero, diventando transfrontaliero, perché il territorio, l'area dove si vive, dove si risiede, dove si lavora, dove si studia, dove si hanno gli amici, diventa qualcosa che elimina il concetto di un confine rigido, di un confine che chiude.
La lingua costituisce uno degli elementi dell'identità, che è però costituita anche da altri elementi, quali la cultura ed il senso di appartenenza. Parlare più lingue significa anche appartenere a più mondi, significa vedere il mondo da più prospettive e quindi a fare i conti con un noi, con l'altro, con la nostra identità, con l'identità dell'altro ed a mettere in gioco quegli elementi di inclusione ed esclusione, trovare quell'equilibrio che ci permette, appunto, di cogliere il meglio di entrambe le culture, da entrambe le identità".
Davide Fifaco