Il Friuli Venezia Giulia ha seguito le indicazioni del governo italiano dando via libera alla riapertura delle librerie, ma non tutti i titolari dei negozi hanno deciso di alzare le saracinesche.
Fra considerazioni sull’opportunità di riaprire, i timori di non guadagnare abbastanza per compensare costi di gestione, e il rischi di sospensione della cassa integrazione per i dipendenti, soprattutto i negozi più piccoli, non appartenenti a catene, hanno avuto molti dubbi sul riprendere le attività, preferendo continuare, come hanno fatto alcune librerie di Trieste, solo con le consegne e domicilio.
C’è però chi, anche se con orari ridotti, ha deciso di tentare di avviare la ripresa, ottenendo, come ci ha raccontato Laura Terdossi, della libreria Ubik di Trieste, risultati inattesi.
“Fin dal primo giorno, - dice - sono venute veramente tante persone: già prima dell’orario di apertura alle 10, c’erano già dei clienti in attesa, impazienti di entrare. La cosa un po’ ci ha stupiti perché pensavamo che ci volesse un po’ di più per far passare il messaggio che si riapriva, ma evidentemente c’era un bisogno molto forte di tornare a prendere in mano i libri, e la cosa non può che farci piacere.”
Quello delle librerie sé stato considerato una sorta di servizio essenziale…
“Dal punto di vista simbolico ovviamente siamo contenti, poi è chiaro che una libreria non è un posto dove si prende un libro è si va via, è un luogo dove i libri si sfogliano, ci si ferma a guardare, ci si scambiano consigli, e queste sono attività che al momento non si possono svolgere come al solito, non si può vivere la libreria nel modo a cui siamo abituati. Evidentemente però si è capito che c’è bisogno d’arte, d’intrattenimento, d’informazione o di sogni per bambini, e ci fa piacere: per noi che facciamo questo lavoro è effettivamente un bel gesto, pur con tutte le difficoltà organizzative che ci sono.”
Per le forniture avete dei problemi, ci sono dei ritardi o sono normali?
“No, a dire la verità vanno un po’ a rilento, ci sono distributori hanno dei problemi, altri che ne hanno di meno. Dobbiamo spiegare ai clienti che gli ordini non arrivano così velocemente come in tempi normali, ma tutti sono anche più disponibili ad aspettare e capire che c'è un’emergenza. Ci vuole un po' di pazienza”.
Che tipo di clienti vengono in libreria in questo periodo?
“Sia nei giorni scorsi, quando abbiamo avviato le consegne a domicilio, sia ora che abbiamo aperto le porte della libreria, abbiamo notato che ci sono molti genitori, mamme e papà, che vogliono libri per i bambini, per intrattenerli o farli giocare, ma anche nonni che vogliono leggere ai propri nipoti, magari via Skype. Poi naturalmente ci sono i lettori forti, che hanno letto tutto quello che avevano in casa, e ora hanno bisogno di rifornimento. Abbiamo richieste su tutti i generi, dai romanzi alla saggistica”.
“Vengono persone di tutte le età: chi aveva dimestichezza con gli acquisti on line si è trovato subito bene con gli acquisti via app o via mail, ma ci sono anche persone che sono più abituate al rapporto diretto, e preferiscono venire in libreria e scegliere direttamente, e ora sono contenti di poter ricominciare ad affacciarsi agli scaffali.”
Alessandro Martegani