La Foto pubblicata su Facebook dal sindaco di Osoppo Luigino Bottoni
La Foto pubblicata su Facebook dal sindaco di Osoppo Luigino Bottoni

Il presidente del Friuli Venezia Giulia ne parlava da settimane: minacce e insulti continui tramite i social da parte di coloro che lo stesso Governatore aveva definito “squadristi da tastiera”, ma gli attacchi a Massimiliano Fedriga, principalmente per i suoi provvedimenti e le sue dichiarazioni a favore della campagna vaccinale e della lotta al virus, ora hanno raggiunto un altro livello.
È stato il sindaco di Osoppo, Luigino Bottoni, a denunciare su Facebook la scritta apparsa su un edificio abbandonato: “A morte Fedriga”, ha tracciato una mano ignota, definendo anche la polizia “assassini di stato”.
Il sindaco ha già annunciato che il Comune sporgerà denuncia “per questi imbrattamenti – ha detto - ingiuriosi e minacciosi”, ma l’aumento della tensione, e delle minacce, via social e con scritte sui muri, preoccupa la politica e le forze dell’ordine.

La solidarietà a Massimiliano Fedriga è stata unanime da parte del mondo politico: “La violenza verbale o scritta non va sottovalutata – ha detto il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, esprimendo "sconcerto e preoccupazione”. “Il rischio - ha aggiunto – è che la deriva criminale degli Anni Settanta del secolo scorso ritornino pericolosamente”.
Anche Debora Serracchiani, capogruppo del Pd alla Camera ed ex presidente della Regione, ha espresso "a nome delle deputate e dei deputati del Pd vicinanza e piena solidarietà al presidente Fedriga”, così come il governatore del Veneto, Luca Zaia. “In questo Paese - ha detto - tira una brutta aria, impregnata di livore, spesso anche di odio, che la democrazia deve respingere con ogni mezzo”.
Quelle contro Fedriga non sono però le uniche scritte apparse sui muri della regione: in particolare a Trieste la polizia sta indagando su alcune scritte contro i vaccini apparse fra l’altro sul muro di una scuola, materna: “Salvate i bimbi, i vaccini uccidono”.

Le scritte erano seguite dalla sigla del “ViVi”, due “v” inserite in un cerchio rosso. È il simbolo di un movimento al centro d’indagini e arresti in Liguria, ma anche in altre regioni italiane: un gruppo no vax radicale, coordinato tramite app di messaggistica come Telegram, che sostiene di combattere contro il tentativo d’instaurare un nuovo ordine mondiale da parte di una non meglio identificata rete segreta, e che punta anche a compiere atti di vandalismo contro i centri vaccinali ed azioni per sabotare la campagna di vaccinazione. Anche su questo la polizia sta indagando, in particolare a Trieste dove fra l’altro il movimento no vax è radicato e le manifestazioni contro il Green pass sono sempre molto partecipate.

Alessandro Martegani