È stata una celebrazione più solenne del solito quella dedicata ai caduti sloveni. In occasione dell’avvicinarsi del primo novembre, esponenti del governo di Lubiana e della comunità slovena in Friuli Venezia Giulia si ritrovano per deporre corone di fronte ai monumenti maggiormente rappresentativi, ma quest’anno a Trieste è giunto anche il ministro per gli sloveni all’estero, Matej Arčon.
La delegazione di Lubiana ha deposto delle corone di fronte al monumento dedicato ai quattro sloveni fucilati per ordine del tribunale speciale fascista, a Basovizza, e nel cimitero del borgo dell’altopiano. Presenti fra gli altri anche i rappresentanti delle organizzazioni della comunità slovena in Italia e dei comuni dell’ex provincia di Trieste, oltre ad altre delegazioni fra cui quella del comune di Pirano.
Il momento culminate è stata però la breve cerimonia alla Risiera di San Sabba, dove il ministro ha anche tenuto un breve intervento, ricordando l’emozione provata nel leggere le lettere dei prigionieri rinchiusi nel campo di concentramento. “C'è, naturalmente, molta sofferenza e tristezza in queste lettere, ma quanta luce! La storia ci ha mostrato molte volte che anche nel fango più oscuro della violenza e della disumanità germogliano semi di speranza”, e pensando a chi è morto fra queste mura, ha aggiunto, “non abbiamo diritto al pessimismo, abbiamo il dovere di credere nell’Europa, nella Democrazia, e nell’Umanità” e “abbiamo il dovere di fare tutto il possibile per garantire che i semi della resistenza contro il nazismo e il fascismo, i semi che germogliano nel possente albero europeo, portino frutto anche per le generazioni future”. “Io credo – ha concluso – in un futuro di pace e di confini aperti”.
Accanto agli altri amministratori locali Arčon ha deposto una corona, come da tradizione, nel punto in cui sorgeva il forno crematorio, raccogliendosi per qualche istante.
La cerimonia è stata accompagnata dalle note della banda della polizia, che ha anche eseguito gli inni nazionali prima della deposizione.
Un’altra corona è stata affissa sotto la targa commemorativa delle vittime slovene del campo di concentramento, donata dalla Repubblica di Slovenia, che riprede, in tre lingue, le parole scritte da un prigioniero che lasciava l’ultimo saluto alla sua famiglia.
Alessandro Martegani