Foto: Martegani
Foto: Martegani

Di vari colori, forme e metrature, collocati un po’ in tutta la città per attività commerciali vendita di giornali, fiori, chiavi o ristorazione. Sono i chioschi, più di 130 attività commerciali sparse in tutto il comune, destinate a cambiare radicalmente, almeno secondo il nuovo regolamento per la disciplina del Commercio sulle aree pubbliche, giunto in commissione prima del passaggio in aula.
A presentare la lunga serie di norme sul commercio è stata la vicesindaca, Serena Tonel, che, di fronte a una commissione molto partecipata, ha ricordato la lunga gestazione del documento, con cui si è cercato, ha detto, di modificare il meno possibile la situazione di chi ha delle attività già avviate, pur adeguando la regolamentazione alle norme in vigore.
Sui mercati non ci sono in effetti grandi novità: rimarranno i quelli attuali, con la soppressione di via dei Mille e piazza Foraggi, visto che non vengono occupati più del 50 per cento degli stalli, rendendo così difficile giustificare le necessarie chiusure del traffico.

Foto: Comune di Trieste
Foto: Comune di Trieste

Gli interventi più impattanti saranno invece quelli sui chioschi: si prevede l’adozione di un modello unico, il “Chiosco Trieste”, con 15 metri quadri di superficie massima, in toni di grigio, ispirato a installazioni storiche, dotato di servizi igienici, con un costo, a carico dei commercianti, che va da 10 mila euro per i modelli più semplici, a 80 mila. Nelle zone del centro, che però si estende in un’ampia area della città, i vecchi chioschi dovranno essere rifatti entro sei anni, o subito in caso di nuove installazioni o modifiche; nelle aree più periferiche solo in caso di ristrutturazioni. Le concessioni saranno poi poste a bando ogni dieci anni.
Tonel ha sottolineato come i chioschi siano “delle opportunità per l’avvio di nuove imprese, soprattutto giovanili”, e come nelle concessioni siano previste una serie di priorità, come ad esempio per chi fa commercio di prodotti locali. Sono previste anche nuove concessioni in aree chiave, come alla fine della strada Napoleonica a Prosecco, ma le nuove regole hanno creato non poche perplessità fra i consiglieri, e non solo fra quelli di opposizione.

Foto: Martegani
Foto: Martegani

Paolo Altin di Punto Franco, ad esempio, ha sottolineato come molti titolari di chioschi non fossero nemmeno al corrente della nuova disciplina allo studio, e si siano dichiarati assolutamente contrari. “Trovo difficile – ha detto - che si riesca a spiegare agli operatori l’opportunità d’investire decine di migliaia di euro senza la certezza che, dopo dieci anni, si potrà continuare l’attività”. “Bisogna evitare che, a causa delle difficoltà, i titolari delle attività chiudano con un danno per tutti”, ha aggiunto, proponendo un aiuto da parte del Comune.
Riccardo Laterza di Adesso Trieste ha lamentato uno scarso coinvolgimento della città nell’iter del regolamento, e ha chiesto spiegazioni sull’estensione delle nuove regole anche ad aree che stanno al di fuori del centro storico, e sulle scelte sui chioschi, che potrebbero anche determinare variazioni sul valore delle attuali attività, mentre Valentina Repini del Pd ha proposto una fase transitoria più lunga e più flessibile, per favorire gli investimenti, e una forma di sostegno economico, soprattutto per i chioschi non centrali.

Foto: Comune di Trieste
Foto: Comune di Trieste

Nella maggioranza Salvatore Porro di Fratelli d’Italia ha chiesto maggiori spazi per il passaggio dei mezzi di soccorso e dei disabili, ma il collega di partito, Gabriele Cinquepalmi, ha espresso dubbi sul periodo di adeguamento, soprattutto se poi la concessione viene rimessa a gara, e chiesto una deroga, almeno per i chioschi in periferia. Sulla stessa linea anche Manuela Declich della Lega, che ha sottolineato come molti commercianti abbiano già fatto investimenti importanti, rendendo difficile una nuova ristrutturazione, soprattutto sapendo che c’è il rischio di perdere la concessione. Declich ha anche sottolineato l’importanza dei chioschi di piazza Garibaldi, area in cui “queste attività commerciali svolgono un’importante funzione sociale”.

Alessandro Martegani