Foto: Martegani
Foto: Martegani

L’obiettivo è garantire alle donne pari condizioni e la reali possibilità di accedere per merito alle posizioni di vertice: Margherita Paglino, presidente della Commissione pari opportunità del Comune di Trieste (organismo previsto dallo statuto comunale e composto da 15 donne nominate dal Consiglio comunale), non nasconde il proprio scetticismo verso quelle forme di tutela che vengono raggruppate sotto il temine di “quote rosa”, indicando invece nel raggiungimento di pari condizioni di partenza fra uomo e donna la soluzione per ottenere una reale parità e garantire a tutti e tutte la possibilità avere le meritate soddisfazioni.
Le considerazioni sono giunte nel corso del bilancio di un anno di attività fatto dalla commissione in occasione dell’ormai prossima ricorrenza dell’otto marzo: la commissione in particolare ha avviato una serie di attività, come gli incontri nelle scuole per sensibilizzare i giovani sul tema, e organizzerà dei convegni dedicati ad argomenti come la medicina di genere, che si occupa di malattie legate alle donne, o alla situazione delle donne nelle aree di guerra e alle discriminazioni e le violenze subite.
Accanto alla pubblicità al numero antiviolenza1522, sarà avviata anche una campagna di sensibilizzazione che coinvolgerà i giovani e anche gli artisti locali, per accendere i riflettori sulla tematica della violenza e della percezione di sicurezza: l’insicurezza delle città ha detto Paglino, è infatti uno degli ostacoli alle carriere di donne e giovani. “Abbiamo udito – ha aggiunto - delle realtà locali aziendali per capire a che punto siamo sul territorio con la certificazione della parità di genere”, e pensiamo di “portare il Premio la rosa nei venti, che premia le donne che eccellono in sport tradizionalmente riservati agli uomini come la vela, in altri sport, come il calcio, un settore in cui soprattutto i quadri dirigenziali sono composti quasi esclusivamente da uomini”.
Alle posizioni apicali però, ricorda la presidente della commissione, le donne devono giungere per merito, senza il ricorso a meccanismi come le quote rosa: “La sfida delle pari opportunità oggi – spiega - è proprio raggiungere le posizioni apicali, in cui ancora oggi ci sono pochissime donne. L’idea deve essere quella che è giusto lottare per eliminare gli ostacoli, e che un uomo e una donna devono partire da pari opportunità, ma che le posizioni vanno comunque conquistate con il merito. Non vogliamo regali o concessioni al ‘gentil sesso’, vogliamo salire perché siamo persone competenti, capaci di migliorare, di incidere: per questo ci vuole lo studio, l'impegno, il lavoro duro. Vogliamo meritarci le posizioni, ma anche avere reali possibilità di arrivarci”.
“Spesso invece, una volta arrivate in un posto di lavoro, le donne devono affrontare un problema culturale: se, nonostante il merito e le competenze, rimaniamo comunque indietro e quasi assenti dalle posizioni apicali, vuol dire che c'è un problema culturale che non ci riconosce un ruolo meritato. Bisogna lavorare su entrambe le cose: sulla preparazione, sul merito, ma anche a livello culturale per farci riconoscere”.

Alessandro Martegani