È stato un doppio confronto, dentro e fuori dal Consiglio comunale, quello vissuto ieri sera a Trieste sulla cosiddetta “Ovovia", la funicolare che dovrebbe unire la città all’altopiano.
Il progetto è stato discusso, per la prima volta, in Consiglio comunale, dopo che le opposizioni avevano chiesto e ottenuto un confronto sulla contestata infrastruttura.
Proprio in occasione della discussione il comitato “No Ovovia”, che da mesi si oppone al progetto, e aveva anche raccolto le firme per un referendum ritenuto poi non ammissibile, ha organizzato una manifestazione che ha richiamato piazza Unità, proprio di fronte alla sede del Consiglio comunale, qualche centinaio di persone.
Nei vari interventi in piazza gli oppositori al progetto, voluto con forza dall’amministrazione guidata da Roberto Dipiazza, hanno messo in luce le criticità dell’infrastruttura: i costi, già lievitati da 45 a 61 milioni hanno detto, le conseguenze della Bora, che bloccherebbe la funicolare per 30 giorni l’anno, l’impatto pesante sull’ambiente e sullo scenario della città, ma scarso sulla mobilità urbana.
Argomenti in parte ripresi nel corso della discussione nell’aula del Consiglio comunale: in apertura la seduta è stata rinviata più volte per attendere l’arrivo del sindaco Roberto Dipiazza, impegnato in attività istituzionali, e il confronto si è svolto mentre dalla piazza giungevano le eco delle proteste dei manifestanti, incuranti del temporale che si è abbattuto sulla città.
Molti i riferimenti al parere tecnico richiesto dal Comune, che secondo le opposizioni certificherebbe un impatto limitato sulla mobilità della città, a fronte di costi altissimi e ricavi incerti, ma soprattutto sul cambio di scopo della funicolare, partita come una soluzione alla mobilità urbana e diventata in corso d’opera, è stato detto, un’attrazione turistica.
Alessandra Richetti dei 5 Stelle ha sottolineato come l’impatto sulla riduzione del traffico sia molto limitata, 1,25 per cento nelle ore di punta, ma , ha aggiunto, la funicolare sarebbe anche inadeguata dal punto di vista turistico, visto che la linea finisce in un parcheggio e la vista è impedita dagli alberi per gran parte del percorso. “Sono stati presentati altri piani strategici per trasporto pubblico: e forse, signor Sindaco, - ha detto - varrebbe la pena di considerarli, prima di avventurarvi in un’avventura senza ritorno”.
Francesco Russo del Pd ha accusato il sindaco di aver ignorato la voce dei cittadini e delle cittadine, che “hanno fatto la fila per firmare la richiesta di referendum” e partecipato alle manifestazioni. La cabinovia, ha aggiunto, è un progetto marginale rispetto ai reali problemi della città: a Trieste, ha aggiunto, “chi governa, con le sue scelte, il futuro lo sta rubando ai cittadini, e solo per incapacità di ammettere che sull’ovovia si è preso un abbaglio”.
Riccardo Laterza, di Adesso Trieste, ha invece ribadito che “l’Ovovia è inutile dal punto di vista trasportistico, insostenibile dal punto di vista economico, impattante dal punto di vista ambientale: non lo diciamo noi, ma i tanti pareri tecnici collezionati nel corso dei mesi che confermano quanto osservato dal comitato “No Ovovia”: fino a quando questa maggioranza – ha aggiunto - si ostinerà ad andare contro la realtà dei fatti e il buon senso?”
L’unica voce fuori dal coro nell’opposizione è stata quella di Stefano Ukmar del Pd, che non ha chiuso la porta all’opera se fosse realizzata in contemporanea al riavvio del tram di Opicina, chiedendo al sindaco di pensare anche a un unico biglietto per le due linee.
Le critiche dell’opposizione e le proteste del comitato “No Ovovia”, non sembrano però aver incrinato la determinazione del Sindaco e della Giunta: Dipiazza, criticato anche per esser arrivato dopo l’avvio della seduta e accusato più volte dall’opposizione di non seguire gli interventi, ha lasciato l’aula prima della fine della seduta, non prima però di ribadire la validità del progetto. “Ci sono 50 impianti come questo nel mondo in altrettante città – ha detto - e non credo siano tutti folli. Trieste è stata appena proclamata città europea del 2022, ma quando sento l’opposizione mi sembra di vivere da un’altra parte. Questo impianto è una grande opportunità, - ha concluso - sia sotto l’aspetto del trasporto pubblico, sia per il turismo”.
Anche l’assessora alle Politiche del Patrimonio Immobiliare, Elisa Lodi, ha contestato le argomentazioni dell’opposizione, ribadendo la volontà di andare avanti nonostante la innegabile complessità dell’opera, inserita, ha aggiunto, nel piano strategico nazionale del governo italiano.
Gli stessi tecnici del Comune hanno confermato la fattibilità e contestato la valenza scientifica degli studi presentati dal comitato “No Ovovia”, mentre dai banchi della maggioranza è stato ricordato come anche sulla cabinovia si sia vinta la campagna elettorale, e sono partite accuse all’opposizione di strumentalizzazione a scopo politico.
Alessandro Martegani