Foto: Martegani
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“Trieste è nostra. Morte al Fascismo. Libertà alle nazioni”. Queste frasi, in lingua slovena (Trst je naš. Smrt fasizmu. Svoboda narodom) sono state vergate da un’ignota mano sul selciato proprio di fronte all’ingresso della Foiba di Basovizza, monumento nazionale che fra meno di 48 ore sarà teatro della celebrazione principale del giorno del Ricordo.
Accanto, proprio sotto l’insegna del monumento nazionale, la stessa mano ha scritto, in italiano, “Questo è un pozzo”, e tracciato il numero 161, che sta per “Antifascismo” (la prima, la sesta e di nuovo la prima lettera dell’alfabeto: AFA) .

Foto: Martegani
Foto: Martegani

La scritta è stata scoperta dagli operai giunti sul posto per montare le strutture necessarie alla cerimonia: una scritta di quattro metri per due, tracciata con vernice spray rossa, probabilmente nella notte. La polizia giunta sul posto, dopo la denuncia dei responsabili della Lega Nazionale che gestisce il monumento, sta indagando, ma non sarà facile trovare gli autori: l’area di notte è molto buia e c’è un’unica telecamera molto distante dal punto in cui è stata tracciata la scritta. Dalle prime valutazioni potrebbe anche esser stata realizzata da una persona che non ha grande dimestichezza con la lingua slovena, una circostanza che ha anche fatto pensare a una provocazione da parte di gruppi esterni alla comunità slovena per far alzare la tensione nel giorno dell’avvio della Capitale europea della cultura e alla vigilia del giorno del Ricordo.

Il sindaco Dipiazza copre la scritta (Foto: Martegani)
Il sindaco Dipiazza copre la scritta (Foto: Martegani)

Sul posto sono giunti anche gli addetti del comune, che hanno provato, dopo i rilievi della Polizia, a pulire l’asfalto con l’idropulitrice, ma la scritta è rimasta intatta, costringendo quindi a ricoprirla con uno strato di vernice bianca.
Il primo colpo di rullo è stato dato dallo stesso sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, sul posto accanto ad alcuni esponenti politici locali e al ministro italiano dei beni culturali, Alessandro Giuli, a Trieste per vedere il Porto vecchio prima di partecipare nel pomeriggio alla cerimonia di apertura di GO!2025. Giuli, dopo un sopralluogo all’imbrattamento, ha visitato il monumento e anche il Museo della Foiba, sottolineando come atti del genere debbano esser messi fuori dal confronto democratico e dal dialogo fra culture: “La visita – ha detto di fronte al Museo della Foiba di Basovizza - è sempre un atto doveroso che il luogo del ricordo, del silenzio incancellabile che circonda la storia delle foibe qui trova la sua massima espressione.

Questi episodi sono passi verso il basso, verso l'abisso, e chi li fa precipita in un abisso di abiezione e deve scomparire dal discorso pubblico".

Alessandro Giuli

La circostanza poi, rende necessario ribadire che nessuno potrà mai vandalizzare la verità storica, e la strada che ci conduce a Nova Gorica, oggi gemellata con Gorizia, come Capitale europea della cultura, è una strada di amicizia e concordia. Passa da qua ed è anche una strada di verità Amicizia e concordia nascono dal senso del tragico e dal dovere di una memoria condivisa,in armonia tra i popoli e nessuno può permettersi di mettere in discussione la verità della storia”.

Il ministro Giuli osserva la scritta alla Foiba (Foto: Martegani)
Il ministro Giuli osserva la scritta alla Foiba (Foto: Martegani)

Questi episodi, ha aggiunto, sono “passi verso il basso, verso l'abisso, e chi li fa precipita in un abisso di abiezione e deve scomparire dal discorso pubblico. Il discorso pubblico deve parlare la lingua del ricordo, della pace e della memoria, dell'armonia, e della verità”. Al termine della visita alla Foiba di Basovizza, il Ministro ha lasciato una dedica sul libro delle visite: “Nessuno - ha scritti - potrà mai vandalizzare la verità”.

Manifestazioni di condanna e sdegno sono giunte un po’ da tutto il mondo politico, oltre che dal ministro Giuli e dal Sindaco Dipiazza, presenti sul posto. Il presidente della regione Massimiliano Fedriga ha condannato quelli che ha definito “rigurgiti negazionisti”. “Un atto ignobile – ha detto - che offende la memoria delle vittime e ferisce l'intera comunità. La storia e il rispetto non si cancellano con l'odio. Il Friuli Venezia Giulia non tollera simili provocazioni”.

Un atto ignobile che offende la memoria delle vittime e ferisce l'intera comunità".

Massimiliano Fedriga

"Basta con questi atti brutali, provocatori e intolleranti – ha dichiarato invece la deputata del Pd Debora Serracchiani -: è particolarmente odioso dover ancora una volta constatare che qualcuno a ridosso del Giorno del Ricordo tenta di speculare e di scavare ancora solchi ideologici. Pochi vandali non rovineranno la solennità della cerimonia di lunedì a Basovizza né incrineranno oggi l'inaugurazione della Capitale europea della cultura a Gorizia-Nova Gorica".

Foto: Martegani
Foto: Martegani

Durissimo l’intervento di Massimiliano Lacota, presidente dell’Unione degli Istriani per il quale "l’insozzamento dell'area sacra della Foiba di Basovizza a ridosso della ricorrenza del Giorno del Ricordo e nel giorno della inaugurazione di Gorizia-Nova Gorica Capitale della cultura europea è l'ennesima provocazione slava nostrana e dimostra come la pacificazione, tanto decantata, sia ancora molto lontana dall'essere soltanto immaginabile, prima che realizzabile". "Questo è il risultato, ignobile, dei continui cedimenti italiani, dal mano nella mano del 2020 davanti al monumento dei quattro terroristi antitaliani del TIGR, alla consegna del Balkan alla insaziabile minoranza slovena (dopo che questo era stato abbondantemente risarcito con la costruzione di un teatro ad uso esclusivo degli slavi!) all'accondiscendenza supina infinita verso Lubiana e Zagabria rispetto ai nostri diritti di proprietà violati dal 1945 in poi in Istria, Fiume ed a Zara".

Foto:Martegani
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Anche la Premier italiana Giorgia Meloni ha ricordato che "La foiba di Basovizza è un luogo sacro, un monumento nazionale, da onorare con il silenzio e con la preghiera. Oltraggiare Basovizza, - ha aggiunto - per di più con scritte ripugnanti che richiamano a pagine drammatiche della nostra storia, non vuol dire solo calpestare la memoria dei martiri delle foibe ma significa oltraggiare la nazione intera. Ciò che è accaduto è un atto di gravità inaudita, che non può restare impunito".

Per il presidente della Camera Lorenzo Fontana, "lo sfregio compiuto a Basovizza è un atto grave e intollerabile che offende profondamente la memoria storica del nostro Paese e, ancor più, le vittime delle foibe. Proprio nell'imminenza del Giorno del Ricordo, questo gesto è un oltraggio alla sofferenza di chi ha vissuto quel dramma. La memoria e il rispetto devono essere pilastri irrinunciabili del nostro vivere civile".

"Il vile sfregio alla Foiba di Basovizza - ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa - è un atto inaccettabile, un'offesa alla memoria e al dolore di un'intera comunità alla quale rivolgiamo un forte abbraccio. Vandalizzare in questo modo un luogo simbolo della tragedia delle Foibe e farlo a ridosso del Giorno del Ricordo non è solo una vergognosa provocazione ma un gesto di inaudita gravità che non può e non deve restare impunito. La mia solidarietà, forte e sincera va alle famiglie delle vittime e a coloro che, giorno dopo giorno, continuano a difendere la verità storica di questa immane tragedia dall'odio, l'ignoranza e il negazionismo".

Alessandro Martegani