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Quasi tremila persone hanno attraversato questa mattina le vie centrali di Trieste per partecipare al corteo a difesa del tessuto industriale della città. In primo piano la situazione d’imprese come Tirso, U-blox e Flex, ad alto con tenuto tecnologico ma a rischio di chiusura o ridimensionamento per decisioni delle proprietà, che spesso non hanno nemmeno sede in Italia.
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La manifestazione ha unito la città: erano presenti, accanto alle rappresentanze di Cgil. Cisl e Uil, organizzatrici del corteo (che è partito da Piazza Oberdan, ha percorso via Carducci e poi Corso Italia fino a Piazza della Borsa per i comizi finali), anche i sindacati Ugl e USB, ma anche molti esponenti politici, sia di destra sia di sinistra, rappresentanti istituzionali, come il sindaco Roberto Dipiazza, gli assessori regionali Alessia Rosolen e Sergio Emidio Bini, le parlamentari Tatjana Rojc e Debora Serracchiani, oltre a una delegazione di Confindustria Alto Adriatico.
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Tutti hanno chiesto maggior rispetto per la professionalità e il lavoro dei dipendenti delle aziende in crisi, una situazione che sta mettendo a rischio non solo più di 800 posti di lavoro, ma la stessa natura del tessuto industriale di Trieste, città che rischia di perdere professionalità e produzione, e di veder partire i propri giovani verso altre città o paesi in cerca di un lavoro.
Alessandro Martegani