Un risultato per tutta l’Europa antifascista, ma anche un primo passo verso il riconoscimento nazionale del Monumento agli eroi di Basovizza.
Le organizzazioni della comunità slovena in Italia, l'SKGZ e l'SSO, e i componenti del Comitato per le onoranze ai fucilati di Basovizza, si sono ritrovati al monumento ai fucilati per celebrare il recente riconoscimento della qualifica di “monumento di interesse culturale”.
Il presidente del Comitato, Milan Pahor, ha ripercorso il lungo iter che le organizzazioni hanno dovuto affrontare per giungere a questo traguardo, un risultato, ha detto, raggiunto anche grazie all’omaggio reso da parte delle due presidenti, Pahor e Mattarella nel 2020, e che è importante non solo per la comunità slovena in Italia e per la Slovenia, ma per l’Italia intera e tutta l’Europa antifascista. “Questo riconoscimento – spiega – non chiude il percorso, ma si tratta di una conferma, nel senso che finalmente anche lo stato italiano, che, come la società italiana non aveva fatto i conti con il passato regime fascista, ha riconosciuto il valore di questo posto, dedicato alle vittime del regime fascista. Indirettamente era stato riconosciuto già nel 13 luglio del 2020 coi due presidenti Pahor e Mattarella, che sono stati qua e hanno deposto una corona. Ora il riconoscimento dell'esistenza e dell'importanza del monumento è ufficiale, è stato inserito nella tutela dei beni culturali e dei monumenti ed è sotto la tutela della legge italiana”
“Siamo contenti – ha aggiunto - perché ci battevamo da tempo, e l’iter che ha portato a questo decreto è durato quasi 12 anni: eravamo partiti basandoci sull'articolo numero 20 della legge di tutela della minoranza slovena in Italia, che prevede che questo processo sia realizzato dagli enti locali, che in realtà però non sono stati molto presenti a questo riguardo negli anni passati. Noi come organizzazioni abbiamo quindi presentato le richieste, ma non avevamo ottenuto risposte fino alla visita dei due presidenti l’anno scorso: la Soprintendenza ai Beni Culturali a Trieste ha avviato la procedura che, questa volta, si è chiusa in tempi relativamente rapidi, il 10 gennaio di quest'anno, e non possiamo che esserne molto contenti”.
Si tratta però solo di una tappa di un percorso che vuole giungere al riconoscimento del Monumento di Basovizza anche come sito d’interesse nazionale. Una procedura che, come hanno confermato anche i presidenti dell’SKGZ e dell’SSO, Ksenija Dobrila e Walter Bandelj, sarà avviata al più presto.
Il riconoscimento da parte della Commissione regionale per i beni culturali era avvento lo scorso 10 gennaio, ma il comitato ha deciso di celebrare l’evento il giorno precedente alla Giornata della Memoria, proprio per legarsi alle celebrazioni della ricorrenza che ricorda la Shoah. “Pensiamo - ha detto Pahor - che i due temi, anche se diversi, siano collegati: si parla sempre di antifascismo e antinazismo, della repressione, delle vittime della guerra, vittime pianificate e non casuali; visto che il riconoscimento è avvenuto a pochi giorni dalla giornata della memoria, ci siamo legati al programma delle iniziative”.
Nel corso della cerimonia, conclusa con la deposizione di una corona sul monumento ai quattro fucilati, hanno preso la parola fra gli altri anche il presidente dell’associazione TIGR Primorska, Gorazd Humar, e il console generale di Slovenia a Trieste Voiko Volk, che ha sottolineato il ruolo fondamentale della diplomazia nel dialogo fra Italia e Slovenia, e come sia necessario continuare su questa strada per unire gli italiani e gli sloveni da entrambe le parti del confine.
Alessandro Martegani