Bene, ma non benissimo. Si potrebbe commentare così l’ultimo capitolo della vertenza, il mega stabilimento di Bagnoli della Rosandra al centro di una trattativa dopo la decisione della multinazionale finlandese di lasciare il sito.
La buona notizia è che al tavolo convocato questa mattina al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per discutere della vertenza c’è stata la conferma dell’interessamento di Ansaldo Energia che ha ribadito l’interesse per la parte produttiva dello stabilimento. Resta anche il coinvolgimento del colosso giapponese Mitsubishi come acquirente fisso della eventuale produzione degli elettrolizzatori di idrogeno, dispositivi che servono a produrre idrogeno gassoso e che Ansaldo Energia intende realizzare nello stabilimento.
C’è dunque una prospettiva per lo stabilimento che impiega 450 persone, ma proprio sul fronte del futuro dei lavoratori sono emersi i problemi, perché non è chiaro se il nuovo acquirente intenda assorbire tutto il personale, e inoltre la stessa Wärtsilä si è detta disposta a prorogare i contratti di solidarietà, in scadenza a fine mese, solo per altri tre mesi, un periodo ritenuto troppo breve dai sindacati, che minacciano di far saltare il banco se non ci saranno garanzie per i lavoratori per almeno sei mesi.
“Non posso che valutare negativamente il comportamento di Wärtsilä, che risponde con un atto ostile alla grande disponibilità espressa dal Governo, anche per tramite della partecipata Ansaldo, e della Regione” ha detto l'assessora regionale al Lavoro Alessia Rosolen dopo l’incontro. "L'azienda finlandese - ha aggiunto Rosolen - continua purtroppo a non considerare una propria responsabilità il progetto di reindustrializzazione del sito, con l'aggravante che con il comportamento odierno rischia consapevolmente di rendere il percorso più difficoltoso. Va ribadito, quindi, - ha concluso - che, se Wärtsilä deciderà di riaprire la procedura per la cessazione di attività, le Istituzioni, assieme alle Parti sociali, eserciteranno fino in fondo le proprie prerogative”. Anche l'assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, ha definito “irresponsabile” la posizione dell'azienda, “che non si è resa disponibile – ha detto - ad accompagnare il percorso di reindustrializzazione”.
Quello che si è consumato oggi al tavolo del Ministero delle imprese e del Made in Italy, ha commentato in una nota l’Unione Sindacale di Base, è stato “un vero e proprio dramma”. USB aveva dato un giudizio cautamente ottimista sull’ingresso di Ansaldo, ma ha chiesto una proroga degli ammortizzatori sociali di 12 mesi, ipotesi al momento esclusa dalla proprietà. “È necessario un intervento forte” da parte delle istituzioni, dice la nota “perché questo comportamento di Wärtsilä è un insulto ai lavoratori e alle nostre istituzioni, in un quadro di totale inadempienza anche sugli impegni presi in merito alla reindustrializzazione”.
Alessandro Martegani