Dopo ore di trattative la Wärtsilä ha rifiutato la mediazione proposta dalle istituzioni su cui inizialmente si era trovata la convergenza di tutte le altre parti. È saltato quindi il possibile accordo sulla proroga degli ammortizzatori sociali ed a questo punto è probabile che la multinazionale finlandese decida di aprire la procedura prevista dalla legge 234, che porterebbe al licenziamento di 300 impiegati in circa otto mesi.
L'annuncio è arrivato al tavolo dall'amministratore delegato di Wärtsilä Italia, Michele Cafagna, che successivamente ha riferito la decisione dei vertici di non accettare le due proposte di accordo che erano state messe a punto anche con l'aiuto di Confindustria: una sugli ammortizzatori sociali, l'altra sui macchinari presenti nel sito che l'azienda vorrebbe trasferire in Finlandia.
A questo punto lo scenario più probabile è l'apertura della procedura sulla base della legge anti-delocalizzazione, che costringe comunque Wärtsilä ad occuparsi in prima persona della reindustrializzazione ed a pagare per oltre otto mesi lo stipendio pieno ai quasi 300 addetti in esubero, prima che possa avviare i licenziamenti collettivi.
I sindacati, il Governo e la Regione hanno espresso sdegno, delusione e rabbia per questa scelta. La sottosegretaria al Ministero delle imprese e del made in Italy, Fausta Bergamotto, ha dichiarato che "il comportamento di Wartsila non è una mancanza di rispetto nei confronti del governo, ma del Paese Italia", mentre l'assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, ha affermato: "Avete perso il primo tempo, perderete il secondo", ricordando come con queste decisioni da parte dell'azienda si ritorni ad una fase di scontro aperto simile a quella che a metà 2022 aveva portato a un contenzioso legale vinto dai lavoratori, con la condanna dell'azienda per condotta antisindacale. Rosolen ha inoltre segnalato che il 28 dicembre l’azienda ha chiesto ulteriori fondi al ministero ed ha concluso promettendo che "la Regione non lascerà da soli i lavoratori".
Il direttore generale di Confindustria Alto Adriatico, Massimiliano Ciarrocchi, ha parlato di un comportamento "irresponsabile e immotivato" aggiungendo che questo atteggiamento "rischia di pregiudicare la possibilità di un Accordo programma per la reindustrializzazione del sito".
Infine, in una nota, il segretario della Uilm-Uil di Trieste, Antonio Rodà, scrive: "Per quanto ci riguarda questa presa di posizione mette in discussione tutto l'insediamento industriale di Wärtsilä".
Ora rimane la possibilità che Ansaldo Energia possa dare un futuro al sito di Bagnoli della Rosandra con un impianto basato sull'idrogeno.
Davide Fifaco