Foto: Reuters
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Pienamente rispettati dunque i pronostici dell'ultima ora. Quattro premi Oscar – miglior film, regia, musiche originali e scenografia – confermano il gradimento dei votanti, come già espresso dalle giurie di altri festival, anche ai Golden Globes e all'ultima Mostra del cinema di Venezia – per "La forma dell'acqua" del regista messicano Guillermo Del Toro. "Sono felice – ha osservato commosso il regista- che qualcuno abbia creduto nella storia d'amore tra un uomo anfibio e una donna muta". Per il film straniero "Chiamami col tuo nome" del regista italiano Luca Guadagnino – Oscar per la miglior sceneggiatura non originale, di cui è tra l'altro autore il 90-enne James Ivory. Considerato un capolavoro il film di Guadagnino avrebbe forse meritato qualcosa di più. Quale miglior film straniero è stato scelto invece il cileno "A fantastic Woman". La miglior attrice protagonista è risultata Frances McDormand, che ha incassato anche una "standing ovation" tutta al femminile per il film "Tre manifesti a Ebbing, Missouri". Pronostici rispettati anche per il riconoscimento al miglior protagonista andato a Gary Oldman e alla sua straordinaria interpretazione in "L'ora più buia" nel ruolo di Winston Churchill. Cerimonia non particolarmente brillante condotta per il secondo anno dal comico Jimmy Kimmel ma almeno senza incidenti. In considerazione del vincitore assoluto ma anche di alcune altre storie è stato forse l'anno della celebrazione della diversità. D'obbligo anche il riferimento allo scandalo Weinsten, ma poi tutto è filato liscio anche per i navigati Warren Beatty e Faye Dunaway. Conforta il fatto, infine, che non sono passati inosservati due titoli outsider: "Lady Bird" di Greta Gerwig, la quinta donna nominata come miglior regista nella storia degli Oscar, e "Get Out – Scappa" di Jordan Peele, un vero cult che riporta in scena il cinema politico per raccontare il razzismo che permea la società americana.