Una trentina di manifestanti, cifra di poco superiore al numero degli agenti schierati, sono scesi in Piazza a Capodistria dicendo di rifiutare “il commercio di armi per i conflitti imperialistici condotti dalla NATO, dagli Stati membri e dai loro alleati" richiedono che il governo faccia luce sul transito di armi destinato a Israele che sta coinvolgendo pure la Slovenia e di approvare le sanzioni contro l’apartheid perpetrata ai danni dei palestinesi. Durante la manifestazione monitorata da un elicottero della polizia, i manifestanti hanno detto che Capodistria è una città pacifica che respinge l’utilizzo della violenza come strumento di soluzione dei conflitti essendo un territorio “demilitarizzato e neutrale”. Il trasporto di armi al Porto è sempre potenzialmente pericoloso o per eventuali incidenti o perché diventiamo un bersaglio per eventuali attacchi terroristici”, ha detto Ljuba Miljuševič. Disappunto è stato pure espresso nei confronti della membership slovena nella Nato “i soldi spesi per le armi potrebbero essere investiti nella sanità, siamo tutti antifascisti e antimperialisti” ha detto Filip Čok Umek dell’Associazione socialista istriana. “Le autorità devono spiegarci chiaramente cosa trasporta la nave e se si tratta di armamenti va precisato a chi sono destinati” ha detto una rappresentante dell’Iniziativa eco socialista Klas. Secondo le Ong spagnole la nave trasporterebbe 20 tonnellate di motori per missili, 12,5 tonnellate di missili con cariche esplosive, 1,5 tonnellate di materiali esplosivi e 740 chilogrammi di proiettili. Intanto secondo le autorità dello scalo capodistriano come pure secondo il Ministero per le infrastrutture, la nave soddisfa tutte le condizioni per l'ingresso, il che significa che l'amministrazione marittima non può vietarglielo. Il carico, tra le ipotesi che si fanno strada, potrebbe pure essere destinato alla Repubblica Ceca e di conseguenza trasportato in Ucraina.
Dionizij Botter