"Non è un attacco ad una categoria professionale, è un attacco alla democrazia". Queste le parole usate da Fabiana Martini, giornalista ed ex vicesindaco di Trieste, per definire le recenti e volgari parole di Luigi Di Maio ed Alessandro Di Battista contro la stampa. A spendere parole in favore della libertà di informazione sono stati invece il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, e la senatrice a vita, Liliana Segre.
Del resto, non è di certo la prima volta che dei politici attaccano il lavoro svolto dai giornalisti, è accaduto spesso anche in passato, ma sicuramente il Movimento 5 Stelle sta estremizzando una lotta contro l'informazione, fin dall'esordio sulla scena politica, preferendo spesso dichiarazioni rilasciate sui social o sui blog piuttosto che un contraddittorio alla presenza di giornalisti.
Pericolosi in questo senso anche i continui tagli ai finanziamenti della stampa, che rischiano di far sparire alcune piccole testate che hanno però l'importante ruolo di informare le minoranze etniche e linguistiche. Elementi rilevati anche da Carlo Muscatello, presidente dell'Assostampa del Friuli-Venezia Giulia. Queste le sue parole: "L'editoria debole ha diritto ad un aiuto per cercare di rimanere sul mercato, per uscire in edicola o sul web. In Friuli-Venezia Giulia il minacciato taglio dei contributi metterebbe a rischio la sopravvivenza del Primorski Dnevnik, del Novi Glas, di molti settimanali diocesani, della Voce del Popolo di Fiume per gli italiani di Slovenia e Croazia, quindi è un problema che speriamo veramente non passi dalle parole ai fatti".