Si tratta di un’operazione che ha già creato non poche perplessità, e che sembra destinata a rimanere al centro del confronto politico e sui mercati. Monte dei Paschi, istituto che negli anni scorsi ha affrontato non poche difficoltà finanziarie (che hanno richiesto anche l’intervento dello Stato, che attualmente detiene l’11 per cento del pacchetto azionario), ha infatti lanciato un’operazione d’acquisto di Mediobanca, banca d’affari e istituto storico per gli equilibri finanziari nazionali, del quale Mps sarebbe intenzionata a rilevare la totalità delle azioni per un corrispettivo pari a 13,3 miliardi di euro, per far nascere, ha fatto sapere l’istituto con sede a Siena, "un nuovo campione nazionale nel settore bancario italiano", che si posizionerebbe "al terzo posto nei segmenti chiave”.
“Il nuovo gruppo – ha aggiunto l’istituto - proteggerà e favorirà lo sviluppo dei due già forti brand Mps e Mediobanca, preservandone il posizionamento e le competenze uniche, e consentendo alle famiglie e alle imprese italiane di accedere a una piattaforma di servizi bancari più ampia e integrata".
Tutto molto bello, peccato che fonti della stessa Mediobanca abbiano immediatamente rilevato come l'offerta pubblica di scambio lanciata da Mps non sia stata concordata tra le parti, sarà considerata di natura “ostile”, e con tutta probabilità Mediobanca si opporrà. I dubbi riguardano soprattutto l’opportunità dell’operazione, che appare evidentemente sproporzionata per le dimensioni e il peso finanziario della banca di Siena, ancora controllata in parte dallo stato e difficilmente in grado di reggere una simile operazione.
Proprio la partecipazione dello Stato però, potrebbe in parte spiegare l’iniziativa, che contribuirebbe a rimescolare le carte e magari aiutare il Ministero dell’economia a liberarsi della partecipazione.
Lo stesso amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, ha detto di aver indicato al ministero dell’economia l’operazione nel 2022 in seguito alla chiusura dell'aumento di capitale da 2,5 miliardi. “Ho incontrato il ministro dell'Economia" Giancarlo Giorgetti, ha detto, “presentando tre opzioni” che prevedevano di "andare avanti da soli, oppure di fare un'operazione tra pari, o fare un'operazione con Mediobanca: adesso è giunto il momento”. “A volte – ha concluso - bisogna pensare un pochino più in grande, guardando al futuro e non solo al breve termine. Il progetto che abbiamo presentato è un'offerta amichevole, per unire le forze e diventare un attore leader sul mercato”.
Alessandro Martegani