È soprattutto quello dei trasporti il settore che rischia di subire i maggiori disagi in seguito allo sciopero generale di otto ore proclamato da Cgil e Uil contro la manovra economica varata dal governo Draghi.
Dalla protesta voluta dai due sindacati, la Cisl infatti si è sfilata, ritenendo non giustificata la decisione, sono esentati i lavoratori della sanità, per salvaguardare il diritto prioritario alla salute dei cittadini vista l’emergenza pandemica, quelli della scuola, che avevano già scioperato il 10 dicembre, e quelli delle poste, per consentire le attività in un periodo di scadenze fiscali.
Tutti gli altri sono invece stati chiamati all’astensione dal lavoro e alla partecipazione alle manifestazioni che sono state programmate in molte città della penisola, fra le altre Roma con i segretari generali Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri.
Nonostante le fasce di garanzia, la mattina e nel tardo pomeriggio, c’è preoccupazione per il settore dei trasporti: nel trasporto ferroviario lo sciopero è iniziato a mezzanotte e proseguirà nei vari turni fino alle 21: il personale del settore aereo navigante e di terra sciopera per un turno dalla mezzanotte alle 24; modalità diverse fra le varie città nel trasporto pubblico locale, che comunque prevede delle fasce di garanzia. Stop di un turno di lavoro anche nel trasporto merci, per gli addetti alla logistica, i corrieri espressi, gli addetti delle cooperative di facchinaggio, personale delle agenzie marittime e rider, con un impatto sulle consegne e sulle spedizioni.
Cgil e Uil, criticate da più parti per aver indetto uno sciopero in una fase molto difficile per il paese, hanno ribadito le ragioni dello sciopero generale.
“È una scelta coraggiosa” e “che conferma l'autonomia delle organizzazioni sindacali e la volontà di dare voce al lavoro” ha detto Landini. “Questa possibile ripresa – ha aggiunto - non va nella direzione di premiare quelli che hanno maggior bisogno di essere premiati, tutelati e riconosciuti per il lavoro che fanno: si è scelto di tornare a logiche uguali a quelle prima della pandemia”.
I punti di contrasto riguardano soprattutto fisco, pensioni, politiche industriali, contrasto alla precarietà e le delocalizzazioni, ma l’iniziativa dei due sindacati è stata criticata da più parti, anche da quasi tutti i partiti con la sola eccezione di Sinistra italiana. Mario Draghi ha comunque assicurato che “da parte del governo non c'è stata alcuna volontà punitiva verso i sindacati” e che “c'è volontà di colloquio, confronto e ascolto”.
“Sostegno e vicinanza” alla Cgil e alla Uil, è stata invece espressa dalla Federazione nazionale della Stampa: “La proclamazione di uno sciopero generale - dice il sindacato dei giornalisti in una nota - non può mai essere considerata un atto eversivo. Le ragioni di una mobilitazione possono anche non essere condivise da tutti, ma a nessuno può essere consentito di additare le organizzazioni sindacali dei lavoratori, che esercitano libertà e diritti costituzionali, come forze che agiscono contro l'interesse del Paese”.
Alessandro Martegani