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La soglia legale di PM10, polveri fini, fissata a 35 giorni all'anno con una media superiore ai 50 microgrammi per metro cubo, è stata superata in molte città, evidenziando un problema diffuso e strutturale. Le situazioni più critiche sono state registrate a Frosinone e Milano, con 68 giorni di sforamento, seguite da Verona e Vicenza. Dati allarmanti sono presenti anche in città come Cremona, Napoli, Torni, Monza, Modena e tante altre. Legambiente sottolinea che, rispetto agli obiettivi europei del 2030, il 71% delle città non rispetterebbe i limiti per il PM10 e il 45% per il biossido di azoto. Così il rischio di sanzioni europee e conseguenze per la salute pubblica è concreto. Proprio per questo motivo Legambiente propone un piano d'azione basato su misure strutturali per affrontare tale crisi: potenziamento del trasporto pubblico, promozione della mobilità sostenibile con aree pedonabili e ciclabili, riduzione delle emissioni dei veicoli più inquinanti nei centri urbani e la creazione delle zone a basse emissioni. Altri interventi cruciali riguardano il riscaldamento domestico, la riconversione degli impianti inquinanti e la riduzione dell'impatto dell'agricoltura intensiva, specialmente nel bacino padano. L'associazione rilancia la petizione "Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!" chiedendo al governo misure urgenti per migliorare la qualità dell'aria e proteggere la salute dei cittadini. Il 2030 è alle porte e servono "scelte coraggiose per un'aria più pulita e città più vivibili".
B.Z.