I media, noi compresi, raccontano quotidianamente l’evolversi della pandemia da Covid-19. Un evento che ha colpito profondamente le nostre abitudini ed in generale le nostre vite, soprattutto di chi si è ammalato o che ha avuto la sfortuna di avere persone vicine che si sono ammalate o purtroppo sono anche venute a mancare per le complicazioni causate dal coronavirus. Molto spesso sotto gli articoli che raccontano anche fatti drammatici, come l’incremento di contagi e decessi, appaiono reazioni da parte dei lettori che commentano con una faccina ridente oppure negando la gravità della situazione. Quasi una costante: sotto ogni articolo sull’argomento Covid, immancabile lo smiley. La motivazione sembrerebbe essere non quella della mancanza di rispetto per ammalati o vittime, anche se ovviamente è immancabile la presenza anche di negazionisti o complottisti che non credono alla reale pericolosità del virus, ma piuttosto della volontà di prendersi gioco dei titoli e degli articoli, considerati “troppo allarmistici” se non vere e proprie fake-news. Il problema è che molto spesso, poi, vengono usate proprio delle fake-news per giustificare dei punti di vista che poco hanno di scientifico e di comprovato. Potrebbe poi esserci, da parte di queste persone, la voglia di sentirsi “fuori dal gregge”, tanto che una frase caratteristica di chi nega la pandemia è “io penso con la mia testa”, senza però evidentemente rendersi conto che vivendo nella ferma convinzione di ragionare “fuori dal gregge” si fa solo parte integrante di un altro gruppo di pecoroni, quasi settario, che alcune volte depreca chi semplicemente segue le regole.
Davide Fifaco