Gli interventi hanno tutti puntato sull'importanza dell’unitarietà del popolo sloveno durante le fasi cruciali che hanno portato all'indipendenza slovena. Pahor ha ricordato che i leader che 30 anni fa hanno preso delle decisioni che hanno portato poi all'indipendenza nonostante le grandi differenze hanno optato per il rispetto reciproco. La consapevolezza che ogni persona era indispensabile per raggiungere l’obiettivo comune è stato il segreto che ha portato all’indipendenza, ha detto il Presidente della Repubblica. Questa è la differenza principale rispetto ai giorni nostri, ha detto Pahor: “Allora il dialogo ci ha portati alla collaborazione fino all’unitarietà”. Oggi possiamo nuovamente decidere e intraprendere la strada più difficile, quella del dialogo, ha detto Pahor. Il premier Janez Janša ha invece detto che quel periodo viene spesso idealizzato “è stato un atto di grandissima importanza per il popolo sloveno, il quale per la prima volta ha deciso del proprio destino con il plebiscito”. “Nonostante le difficoltà e le occasioni perse la Slovenia è stata in grado di camminare con le proprie gambe” ha sottolineato Janša ribadendo che a contare è solamente la capacità di un popolo, una comunità, uno stato di decidere in modo democratico come realizzare un obiettivo comune”. Il Presidente della Camera Igor Zorčič ha detto che possiamo essere orgogliosi delle nostre azioni passate, ma la vita va avanti e anche lo sviluppo della società, di conseguenza un eccessivo approccio retrospettivo non deve farci distogliere lo sguardo dai nostri obiettivi futuri. Zorčič parlando dell’attuale crisi pandemica ha messo in luce una polarizzazione politica preoccupante “Il futuro del paese è nelle nostre mani e il peso maggiore delle loro decisioni e nelle menai d coloro che detengono il potere”.
Dionizij Botter