Fissare dei termini entro i quali concludere la mediazione. A chiederlo è il Coordinamento delle organizzazioni mediche della Slovenia, che ha approvato una serie di conclusioni legate allo sciopero, in atto dal 15 gennaio. Viene accolta con soddisfazione la mediazione come strumento per avvicinare le posizioni, al contempo si sollecita una rapida conclusione dell'iter; lo richiedono, si rileva, i crescenti problemi per i pazienti e di conseguenza per lo stesso personale sanitario. "Lo sciopero è un appello, una richiesta di aiuto per preservare il sistema sanitario pubblico", sottolinea un comunicato del Coordinamento, di cui fanno parte l'Associazione medica slovena, l'Ordine dei medici, il sindacato Fides, l'Associazione professionale dei medici e dentisti privati. Secondo i dati pubblicati dall'Istituto Nazionale di Salute Pubblica, fino al 15 marzo il volume di lavoro non è significativamente diminuito a causa dell'agitazione; al contrario l'epidemia di influenza ha addirittura determinato un incremento delle prestazioni sanitarie. Durante lo sciopero, secondo il coordinamento, viene garantita la piena assistenza a tutti i gruppi vulnerabili, ma il tempo stringe per le altre categorie. Per tale motivo i rappresentanti del governo impegnati nelle trattative devono esserne consapevoli e assumersi la responsabilità di ritardi in contrasto con il codice etico. Ieri, governo e sindacato Fides hanno messo a punto la bozza di intesa sul ricorso alla mediazione, presente una delegazione dell'ordine degli avvocati; il testo dovrà essere confermato dagli organismi interni delle rispettive parti; se tutto andrà per il verso giusto la mediazione inizierà la prossima settimana. Sempre ieri, ad una riunione per corrispondenza, il governo ha adottato un parere sull'iniziativa del sindacato Fides di avviare un procedimento per valutare la costituzionalità e la legalità del decreto sulla fornitura dei servizi medici durante lo sciopero. Secondo l'esecutivo l'iniziativa è infondata e propone alla Corte costituzionale di respingere la richiesta del sindacato di annullare il decreto.
Delio Dessardo