Porta d'ingresso distrutta, vetrate infrante, corridoi danneggiati, personale minacciato e pesantemente insultati. Tutto è accaduto attorno alle 6, dopo la chiusura del club Tiffany a Lubiana, frequentato dalla comunità LGBT. Le persone che si trovavano nel locale hanno cercato e trovato rifugio negli spazi interni, barricandosi, dopo aver chiamato la polizia. All'arrivo degli agenti gli aggressori si sono dati alla fuga. Danni per alcune migliaia di euro, molta paura, ma fortunatamente nessuna conseguenza per il personale. La polizia sta indagando per risalire ai responsabili del criminale gesto e sta cercando possibili testimonianze per identificarli.
Dura la condanna per quanto successo; il premier Šarec parla di atto codardo e miserabile. Purtroppo, avverte, non si tratta di un caso isolato nella nostra società, dicendosi convinto che gli organismi competenti saranno in grado di fare luce su quanto successo. Soltanto nell'ultimo mese si sono verificati due attacchi con obiettivo appartenenti alla comunità gay, a conferma di un crescente e preoccupante livello di omofobia, a dimostrazione che l'odio sta diventando o è già diventato parte della cultura politica e sociale, avvertono dall'associazione Legebitra, che tutela gli interessi e i diritti della comunità gay, invitando a perseguire ogni forma di violenza, verbale, psicologica, fisica o di altro genere.
Dalla direzione generale della polizia fanno intanto sapere di essere consapevoli del problema rappresentato dai reati ai danni di determinati gruppi sociali, anche nei confronti della comunità omosessuale; per tale motivo negli ultimi anni è stata avviata una serie di attività congiunte con le organizzazioni non governative della comunità LGBT, aventi come obiettivo formare in maniera adeguata gli agenti di polizia nell'affrontare e contrastare con efficacia possibili minacce, anche attraverso scambi di informazioni.
Delio Dessardo