Niente eventi ufficiali con la presenza dei vertici politici del paese, a causa della guerra in Ucraina, provocata dall'aggressione russa. Soltanto una corona di fiori, un minuto di raccoglimento e una preghiera, in memoria dei prigionieri di guerra russi travolti e uccisi nel 1916 da una valanga mentre stavano costruendo la strada sul passo del Vršič. Un gesto simbolico è stato detto alla cerimonia, per ricordare il valore della pace contrapposto a tutte le guerre. In un comunicato si sottolinea che la cerimonia si è svolta in uno spirito di comprensione reciproca per ricordare i conflitti passati, le perdite di vite umane. Al contempo si è voluto lanciare un messaggio di pace e speranza e un invito alla convivenza tra popoli e religioni, in quanto nuovi, devastanti conflitti possono venir scongiurati soltanto conservando la cultura della memoria. "La nostra presenza qui" è stato sottolineato, "ha voluto essere una testimonianza in questo senso". Uno spirito di convivenza testimoniato dalla messa di sabato a Kranjska Gora, cui hanno partecipato congiuntamente esponenti delle Chiese cattolica e ortodossa. "Partiamo dalla convinzione che i conflitti si possono risolvere senza il ricorso alla violenza; per tale motivo la cerimonia alla cappella russa rappresenta un prezioso monito, per far capire che non tutte le strade che possono portare alla cessazione della violenza e al ripristino della pace sono state percorse". La cappella russa è un monumento unico nel suo genere, che denuncia proprio l’assurdità delle guerre. La trentennale tradizione dell'incontro commemorativo ha sempre avuto come scopo ricercare i valori che legano e uniscono. Anche quest'anno si sono volute ricordare le vittime delle guerre passate e quanti anche oggi soffrono per l'insensatezza dei conflitti armati. Rinnovato l'appello ai vertici russi a fermare le operazioni militari in Ucraina, scongiurando così ulteriori vittime, sofferenze e distruzioni sul territorio di un paese sovrano. Da segnalare la presenza alla cerimonia dell'ex presidente della repubblica, Milan Kučan, del sindaco di Lubiana Zoran Janković e del leader del Partito Nazionale, Zmago Jelinčič.
Delio Dessardo