L'appello chiede innazitutto alle istituzioni di riallacciare i nodi di un dialogo che in periodo di coronavirus sembra essere passato in secondo piano.
"Il Forum italo-sloveno - precisa il suo presidente Jurij Giacomelli - si rivolge a tutte le istituzioni competenti e soprattutto ai governi di Slovenia e Italia chiedendo di facilitare la vita alle persone che vivono lungo il confine tra i due paesi, favorendo lo scambio delle merci, dei servizi, ma anche la vita familiare, nonché quella di chi lavora o va a scuola dall’una o dall’altra parte della frontiera. Da parecchio tempo stiamo osservando una situazione abbastanza grave che è la conseguenza delle misure prese all’inizio della pandemia nei due paesi. Il nostro appello non è una critica a tali misure, prese giustamente per arginare il pericolo della pandemia, ma vuol essere un incoraggiamento alle istituzioni a tutti i livelli a affinché comunichino maggiormente tra loro e facilitino la vita dei cittadini che dipende dal regime al confine, che per troppo tempo è stato trascurato. Questo ovviamente ha effetti gravi e crea danni economici ed anche di altro tipo alle persone, alle famiglie ed alle imprese di questo territorio".
"Vogliamo sottolineare - prosegue Giacomelli - che il nostro confine tradizionalmente è uno tra i più trafficati in Europa e rappresenta un intreccio importante di legami culturali, commerciali, scolastici e scientifici. Si tratta di una zona bella, ricca e variegata che tra poco, con l’allentamento delle misure anti coronavirus, ridiventerà una meta importante per gitanti e turisti. Proprio per questo auspichiamo che i comuni, la Regione Friuli- Venezia Giulia, il governo sloveno e quello italiano riescano a stabilire una forma di coordinamento continua che potrà facilitare la vita ed anche preservare la sicurezza di chi vive in queste aree. In tale maniera si potrebbe creare una eccellenza unica di cooperazione tra i due paesi. Noi vorremmo dare il nostro contributo acciocché un periodo difficile si concluda e una nuova normalità anche al confine italo-sloveno".
In questo periodo tra Italia e Slovenia non c’è stato un grande dialogo.
"Purtroppo no. Vorremmo porre l’attenzione proprio su questo problema. Certamente la pandemia è una cosa seria e non va sottovalutato il pericolo che permane, ma il virus sarà con noi ancora per un lungo periodo e speriamo di superarlo in una maniera coordinata. I paesi dovrebbero elaborare progetti di collaborazione in vari campi, in primis nel settore sanitario, che da tempo è il campo dove da sarebbe potuto giungere a forme di interazione anche a prescindere dall’emergenza dettata dal coronavirus".
Stefano Lusa