Il sovraffollamento delle carceri è un problema reale, un decreto dell'esecutivo non è una bacchetta magica, ma una soluzione parziale a un problema ormai strutturale. Pertanto lunedì non metteremo in libertà persone che devono ancora scontare la pena o che sono rinchiuse per reati gravi. Più semplicemente, abbiamo introdotto una nuova opzione per far fronte al sovraffollamento delle carceri. Bojan Majcen si è presentato davanti ai media per parlare dei fattori che hanno portato a questa decisione, ovvero carenza di personale, strutture inadeguate e crescita costante del numero di detenuti. Nasce da questi fattori il decreto-svuota carceri, un atto dell'esecutivo che di fatto amplia misure già esistenti. Esso prevede la possibilità di pene alternative, la scarcerazione con sei mesi di anticipo dopo aver scontato almeno due terzi della pena, e la sospensione temporanea dell'esecuzione della pena detentiva. Proprio quest'ultimo punto ha sollevato i maggiori dilemmi, anche a causa di malintesi, ha detto Majcen. In realtà la legge già prevede la possibilità di sospendere la pena per motivi di salute, propria o dei familiari, o per altri improrogabili impegni. Quello che cambierà, da lunedì prossimo, è che la sospensiva potrà essere richiesta anche per il sovraffollamento carcerario. Una misura che potrebbe dare quantomeno un po' di respiro a tutto il sistema penitenziario perché, come ha spiegato Majcen, il tasso di occupazione penitenziario cresce in modo allarmante: al momento ne sono detenute già 1827, il sovraffollamento supera il 140% del totale, e il rapporto fra detenuti e agenti di polizia giudiziaria è pari a 3,5, un punto oltre quello che dovrebbe essere il rapporto di un detenuto ogni due agenti.
Valerio Fabbri