Veto sospensivo del Consiglio di Stato alle modifiche apportate dal Parlamento alla legge sull'istruzione privata e a quelle sulla mediazione immobiliare. La Camera di Stato dovrà quindi tornare a votare le due normative e questa volta servirà la maggioranza assoluta dei voti, 46. È molto probabile che non riesca nell'intento, in quanto al momento mancano i numeri. Soprattutto per quanto riguarda la legge sull'istruzione privata, approvata la scorsa settimana, con 42 voti a favore e 36 contrari. Contrario alle modifiche anche un partito della coalizione, l'SMC, secondo il quale le modifiche non cancellano i dubbi espressi nella sentenza della Corte costituzionale che aveva imposto gli emendamenti. Questi introducono, per le scuole private, un finanziamento statale pari al 100 per cento per quanto riguarda la realizzazione del programma obbligatorio e niente finanziamenti per il cosiddetto programma allargato, come sollecitato invece dall'opposizione. È proprio su questo punto che non verrebbe rispettata la sentenza dell'Alta Corte, come evidenziato dai sostenitori del veto sospensivo, arrivato a maggioranza, 17 voti a favore, 13 quelli contrari.
Il Ministro dell'Istruzione, Jernej Pikalo, intervenuto alla riunione per difendere la validità delle modifiche alla legge, ha detto al termine che ora la parola torna al Parlamento. Alla domanda se mancheranno i voti necessari alla conferma ha risposto che dopo il veto le carte vanno rimescolate. Non pensa comunque alle dimissioni, non interpreta il veto come una sfiducia al suo operato, in quanto il governo ha appoggiato le modifiche all’unanimità. Se non verranno confermate, ha aggiunto Pikalo, si procederà alla stesura di una nuova proposta. Le modifiche alla legge sulla mediazione immobiliare, a loro volta bloccate dal veto sospensivo, 19 i voti a favore, 4 quelli contrari, introducono invece sgravi di natura finanziaria per i clienti delle agenzie nelle transazioni. La sessione straordinaria del Parlamento per rivotare le leggi si terrà probabilmente giovedì. In caso di conferma con la maggioranza assoluta, si prospetta un nuovo ricorso alla Corte costituzionale.
Delio Dessardo