Da alcuni anni anche sul mercato sloveno hanno fatto approdo le sigarette elettroniche, ovvero quei dispositivi che dovrebbero sostituire le tradizionali sigarette ed evitare i danni alla salute provocati dal tabacco. Il dispositivo non è altro che uno strumento di inalazione di vapori che, in teoria, dovrebbero essere innocui. Recenti studi scientifici però hanno dimostrato la loro nocività.
L'uso della sigaretta elettronica spopola anche tra i giovani ed i giovanissimi, tanto che gli istituti scolastici sono dovuti correre ai ripari per regolarizzarne l'uso, cioè dotarsi di una specie di statuto nel quale sono comprese tutte le norme fondamentali che sia il personale docente che gli studenti devono rispettare. In realtà in tutti gli altri luoghi, pubblici o privati che sia, non c’è una specifica norma di legge che proibisce di fumare le sigarette elettroniche. "Svapare" ossia fumare le sigarette elettroniche, secondo l'Istituto Nazionale per la Salute Pubblica, non fa certo bene alla salute ma è certamente molto meno nociva delle comuni sigarette. E anziché' promuovere una campagna contro il tabagismo, il fumo in Slovenia è la principale causa di morte, con 3600 decessi l'anno, si diffonde la paura delle sigarette elettroniche, rileva ancora l'Istituto. I rischi maggiori per la salute derivano dalle sostanze utilizzate, specie quelle fai da te.
Negli Stati Uniti una non meglio specificata malattia polmonare ha colpito oltre 200 persone. Le complicanze respiratorie sono in parte legate all'uso di sigarette elettroniche ovvero ai prodotti utilizzati ed in particolare alle miscele acquistate ai margini dei circuiti legali di vendita, come il THC, che è tra i più noti principi attivi della cannabis, ed è vietato per legge in moltissimi paesi o ancora ad un altro principio attivo estratto dalla cannabis sativa, ossia il cannabidiolo (CBD), una componente non psicoattiva.
Corrado Cimador