Potrebbe essere arrivata la soluzione per i 300 studenti del corso di fisioterapia in italiano a Capodistria, che dal 2018 sono fermi a causa di una modifica legislativa che non consente più loro di fare l’esame di stato in italiano. Il superameto della prova è infatti un passaggio indispensabile per poter ottenere - dopo la pratica lavorativa- l’abilitazione alla professione, che a quel punto consente di esercitare ovunque e quindi anche in Italia.
Fino a quel momento oltre 200 studenti, che avevano seguito i corsi di Capodistria, avevano potuto superare quell’ultimo gradino con l’aiuto di un traduttore; poi una modifica legislativa del 2017 aveva cancellato questa opportunità. La questione era salita alla ribalta della cronaca nel settembre del 2018, quando ci si era accorti che la legge era cambiata e che quell’esame non poteva più essere superato come si era fatto fino a quel momento. Ora il Comitato Sanità della Camera di Stato ha approvato all’unanimità un emendamento alla legge che consentirà a coloro che si sono iscritti entro l’anno accademico 2017/2018 di farsi affiancare dal traduttore.
Grande soddisfazione per il deputato della Comunità nazionale italiana, Felice Žiža, che sottolinea come era orami da un anno e mezzo che si cercava di porre rimedio alla questione. “In questo periodo, nei colloqui con i gruppi parlamentari e con i ministri della sanità Fakin e Šabeder, si è tentato di risolvere il problema senza riuscire mai a trovare il bandolo della matassa. Questa volta è stato il Consiglio di Stato a presentare una proposta di modifica legislativa, che tutti i membri del comitato parlamentare hanno votato”. Adesso bisogna ancora attendere il definitivo passaggio in aula, che è calendarizzato per la fine del mese, ma l’esito secondo Žiža è scontato.
Non è escluso, precisa ancora Žiža, che la pratica di poter fare l’esame di stato con l’ausilio del traduttore possa essere adottata anche in futuro. Se ne è parlato informalmente in commissione. La base ci sarebbe nella risoluzione nazionale sugli studi universitari, dove è previsto che si possano estendere le possibilità in Slovenia di studiare non solo in sloveno, ma anche in inglese, italiano, ungherese ed in altre lingue. Siccome in alcuni paesi l'abilitazione professionale viene assegnata dopo il completamento degli studi ed in altri dopo il superamento dell’esame di stato, Žiža non esclude che si possa dare a tutti la possibilità di superare l’esame di stato nella propria lingua, per ottenere poi la qualifica professionale necessaria per poter esercitare. Per lavorare in Slovenia ci sarà poi comunque bisogno di superare un esame di lingua slovena a livello B2.
Stefano Lusa