
Già a inizio mese i cacciatori avevano messo in guardia il governo ndalle possibili conseguenze della legge in discussione. Ma l'esecutivo ha tirato dritto e ha approvato un pacchetto legislativo che impone nuovi e maggiori obblighi, senza però un'adeguata copertura finanziaria.
Fra le nuove richieste ai cacciatori c'è ora quella di adottare misure contro le specie aliene invasive, tra cui gli uccelli. Le associazioni di categoria, escluse dal lavoro preparatorio, hanno minacciato di voler rimanere a braccia conserte e far vedere in natura gli effetti di una legge definita dannosa. Secondo loro, seguendo le nuove indicazioni le popolazioni di singoli animali esploderanno fino a causare danni negli insediamenti urbani come la zoonosi, ovvero l'insorgere di malattie causate da agenti trasmessi dagli animali all'uomo.
Quello che più indispettisce, però, è l'esclusione a priori dal tavolo che scrive la legge fondamentale che regola la caccia. Una decisione che ha permesso l'insorgere di nuovi problemi invece di risolvere i vecchi. Fra le novità considerate deleterie quella di dover segnalare elettronicamente i danni alla selvaggina, con una tempistica di rendicontazione ogni tre giorni, requisiti considerati troppo rigidi per un'attività fatta su base volontaria.
L'associazione venatoria lamenta inoltre la mancata regolamentazione dello status dei cani da caccia come cani di servizio. Il vero rischio però, secondo loro, è l'effetto domino, perché se la caccia dovesse funzionare a singhiozzo, a risentirne sarà anche l'agricoltura, che presto dovrà fare i conti con la selvaggina dilagante.
Valerio Fabbri