Alcune soluzioni sono state rese note dal premier Robert Golob e dalla ministra della Pubblica Amministrazione Sanja Ajanović Hovnik dopo il vertice di coalizione della scorsa settimana, ma i sindacati si aspettano ora spiegazioni più dettagliate su come l’esecutivo intende attuare i cambiamenti previsti.
La riforma partirà dalla classe retributiva più bassa, con l'eliminazione delle disparità salariali; quindi, si cercherà di individuare una base comune per armonizzare salari, pensioni e trasferimenti sociali. L'obiettivo è far sì che i salari più bassi nel pubblico impiego non siano inferiori al salario minimo. Il rapporto tra la retribuzione più bassa e quella più alta dovrebbe essere di uno a sette. Durante il vertice della coalizione è stato deciso inoltre che i rapporti retributivi vengano stabiliti all’interno delle singole categorie, secondo indiscrezioni in ballo vi sarebbe pure la riduzione del divario tra le categorie retributive, dagli attuali quattro per cento al tre per cento. Tuttora non è pero chiaro quanto verrà a costare l’intera manovra, il Ministro del lavoro Luka Mesec ha parlato di 800 milioni di euro, mentre la Ministra Ajanović Hovnik e il premier Robert Golob non ha voluto parlare di cifre limitandosi a dire che “ad ogni modo perseguiremo l’obiettivo di garantire per i prossimi anni attraverso i risparmi della riforma fonti di finanziamento stabili al settore pubblico” aveva detto il premier. I promotori della riforma sostengono inoltre che l’aumento iniziale della massa salariale verrà recuperato nei prossimi quattro anni con le modifiche negli avanzamenti. Se il governo non risulterà convincente i sindacati scenderanno in piazza nella seconda metà di questo mese.
Dionizij Botter