Foto: BoBo/Borut Živulović
Foto: BoBo/Borut Živulović

Secondo i Verdi del Vesna il quesito referendario è inappropriato e fuorviante, la seguente domanda referendaria “Se gli elettori sostengono la realizzazione del progetto Jek 2, che insieme ad altre fonti a basse emissioni di carbonio garantirà un approvvigionamento stabile di energia elettrica", non è chiara e comporterebbe che la scelta del progetto, porti automaticamente a una fornitura stabile di energia, sostengono dal Vesna.

La questione dell’inadeguatezza del quesito referendario è stata posta anche da numerosi parlamentari e dall’ufficio legale della Camera di Stato, questa aveva infatti ammonito che parte del quesito non è adeguato, e precisamente dove si evidenzia che il progetto Jek2, come le restanti fonti a basse emissioni di carbonio, garantirà un approvvigionamento stabile di energia elettrica; questa frase sarebbe un'interpretazione della domanda da parte del promotore del referendum, che non dovrebbe apparire sulla scheda.

Di tutt’altro avviso l’Associazione slovena per l’energia nucleare, la quale sostiene che gli attivisti in questione stanno attuando una campagna di disinformazione: "L'opposizione ideologica a una fonte energetica pulita e affidabile è dannosa per la società. L'energia nucleare è vantaggiosa e la Slovenia ne ha bisogno”, precisano dall'associazione a favore del progetto, puntando il dito sui promotori politici dell’iniziativa, ovvero il partito Levica-Sinistra.

La creazione di uno stato di paura sul nucleare nei media tradizionali e sui social network, non si basa su fondamenti scientifici ed è dannoso per la società, si legge sul sito web dell'Associazione slovena per l’energia nucleare, la quale elenca tutta una serie di vantaggi derivanti dall’utilizzo del nucleare.

La campagna referendaria inizierà ufficialmente il 25 ottobre, ma ci sono già vari dibattiti in corso sul progetto Jek 2.

Dionizij Botter