La comunità ungherese rappresenta per la Slovenia una ricchezza in termini gastronomici, sicuramente, ma bisogna avere chiaro in mente i retaggi storici, culturali e architettonici. Sono le parole della presidente della Camera di Stato, Urška Klakočar Zupančič, che hanno inaugurato mercoledì scorso la mostra dedicata alla minoranza ungherese in Slovenia. Alla presenza di una decina di parlamentari di tutti gli schieramenti, a eccezione di Sinistra/Levica, il deputato al seggio specifico della minoranza magiara, Ferenc Horvath, nel suo discorso introduttivo ha ricordato il 15 marzo del 1848, giornata nella quale gli ungheresi dell'Oltremura ricordano la rivoluzione in Ungheria e la successiva guerra per l'indipendenza.
Una diversità che arricchisce, anche grazie a una storia fatta di perseveranza e appartenenza alle sue radici, ha detto Horvath prima di lasciare spazio al programma culturale. Dopo le esibizioni dei cori delle scuole elementari bilingui di Prosenjakovci, Dobrovnik e Lendava, Klakočar Zupančič ha voluto concludere con le parole del poeta sloveno originario dell'Oltremura, Feri/Franc Lainšček, secondo cui l'amore nel senso più ampio rafforza tutti noi, soprattutto se lo sentiamo nei confronti del vicino, della patria o della nazione cui apparteniamo. Questa è la base migliore per una cooperazione costruttiva tra i due paesi vicini e le comunità nazionali di entrambi, ha concluso Horvath. Dopo una visita guidata degli spazi della Camera di Stato, gli alunni e gli studenti hanno ricevuto in omaggio una pubblicazione a fumetti in lingua ungherese della Costituzione.
Valerio Fabbri