La povertà è un fenomeno molto più vicino a noi di quanto si possa immaginare. In Slovenia sono 264 mila i nuclei familiari che vanno avanti con un reddito inferiore a quello considerato necessario per non essere definiti poveri. Nel contesto europeo la media è del 16,2%, ovvero 72 milioni di cittadini che hanno difficolta ad arrivare a fine mese anche per le esigenze primarie. L'anno scorso il livello del rischio di povertà in Slovenia era di 0,6 punti percentuali più alto rispetto all'anno precedente. Secondo l'Ufficio nazionale di statistica, il livello più basso è stato registrato nel 2009 (11,3%), quello più alto nel biennio 2013-2014, quando era del 14,5%. Ma il vero problema è il rischio di esclusione sociale, che fa registrare numeri ancora più alti nel paese - il 13,7% ovvero 287.000 abitanti -, anche se il vero dramma è da circoscrivere a 41 mila famiglie che sono gravemente svantaggiate sia da un punto di vista materiale che sociale, non potendo permettersi oltre la metà dei 13 indicatori di benessere presi in considerazione per queste valutazioni. Eppure qualche segnale incoraggiante esiste. Il 22% delle persone di almeno 16 anni con un reddito inferiore alla soglia di rischio povertà era molto soddisfatto della propria vita, nonostante il basso reddito. Molti, infatti, hanno espresso la loro soddisfazione per la vita in generale con il punteggio massimo di 9 o 10. Tra le persone al di sopra della soglia di rischio di povertà, solo 11 punti percentuali in più si dichiarano molto soddisfatti della propria vita. Una conferma che, anche se aiutano molto, non sono solo i soldi a fare la felicità.
Valerio Fabbri