Le indagini della polizia sono ancora in corso, quelle forensi così come quelle criminali, ma si può già tracciare un primo quadro delle dinamiche che hanno portato all'incendio. Anche perché una prima, importante spiegazione è arrivata da Šemso Mujanović, direttore della casa dello studente Ivan Cankar. l'incendio è scoppiato nel corridoio che porta all'area dove vengono smaltiti i rifiuti, ostruendo così anche la via di fuga prevista dal piano di evacuazione. E' ormai un dato di fatto che nel dormitorio non erano installati rilevatori di incendio, il che non è illegale secondo la legislazione vigente, ma secondo l'Ispettorato per la protezione contro i disastri naturali, che ha eseguito un sopralluogo già ieri pomeriggio, la tempistica di allerta sul pericolo lascia a desiderare. L'indagine potrebbe durare mesi, anche perché il lavoro della polizia scientifica è complicato dall'incendio stesso, le cui fiamme hanno distrutto gran parte delle tracce.
La sensazione di tragedia sfiorata si fa sempre più invadente. L'ultima ispezione dell'edificio risale a dieci anni fa, e allora non aveva evidenziato carenze degne di nota. La mancanza di un allarme antincendio pare sia legata alla scarsità di risorse finanziarie, e anche l'edificio stesso è vecchio e necessita di molta manutenzione. Il ministro dell'Istruzione, Vinko Logaj, ha annunciato investimenti e modifiche alla legislazione per aggiornare infrastrutture trascurate e obsolete, per le quali non basta l'annunciato aumento della presenza di educatori anche nelle ore notturne. E il numero dei feriti è lì a testimoniarlo: lo studente rimasto gravemente ferito, con ustioni su gran parte del corpo, è ancora in condizioni critiche, mentre tre dei sei studenti ricoverati nel reparto di chirurgia d'urgenza dell'Ospedale universitario di Lubiana, con traumi da caduta nel tentativo di fuga, sono ancora in cura.
Valerio Fabbri