Foto: EPA
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Nuova stretta in arrivo per l'economia dei comuni cittadini dopo che la Bce ha deciso di alzare di 25 punti base i tassi di interesse. Nella riunione del Consiglio direttivo, infatti, è stato varato l'innalzamento dei tassi che oggi si attestano al 4,5%, decimo rialzo consecutivo dopo anni di costo del denaro praticamente nullo.
Nessuna tregua, per ora, anche se uno stop sembra stagliarsi all'orizzonte, perché da Francofrote si lascia intendere, per la prima volta, che questo potrebbe essere l'ultimo rialzo per un po' di tempo.
Il motivo principale della decisione è nelle nuove proiezioni sull'andamento dell'inflazione, ora prevista al 5,6% per il 2023 e al 3,2% nel 2024, due stime aumentate rispetto alle proiezioni di giugno. Inflazione significa un rincaro di ampia portata, che non si limita a singole voci di spesa, come noto per le tasche di tutti noi cittadini. Dal punto di vista della BCE, però, questo significa che con un euro si possono acquistare oggi meno beni e servizi rispetto al passato, e l'istituto di Francoforte intende attenuare questa corsa al rialzo tramite l'aumento dei tassi d'interesse, per mantenere la stabilità economica. Solo che, inevitabilmente, le ripercussioni si risentono sui mutui a tasso variabile, ma anche su un rallentamento dell'attività economica, disincentivata da una minore propensione a correre rischi. E, dulcis in fundo, l'impatto è netto anche sui titoli di Stato, che avranno rendimenti più alti e costeranno di meno, rendendo più costoso ripagare il debito pubblico proprio per gli interessi che diventano sempre più alti.
Ed è proprio per questa difficile alchimia che durante la discussione, il consenso unanime registrato sull'analisi della situazione macroeconomica non si è registrato sulla decisione, passata comunque con una "maggioranza solida", come ha spiegato la Bce. Alcuni governatori, infatti, avrebbero preferito una pausa per avere una maggiore certezza sulle condizioni dell'economia.