I deputati ai seggi specifici delle minoranze italiana e ungherese, Felice Žiža e Ferenc Horvat, che ha presieduto la commissione, hanno mantenuto la barra dritta sui temi più legati al territorio, evitando di infilarsi nelle divisioni che maggioranza e opposizione non hanno mancato di sottolineare anche oggi. Dopo 3 ore di dibattito e nonostante le posizioni siano state molto spesso distanti, entrambe le relazioni sul lavoro del 2022 della Commissione sulle nazionalità sono passate all'unanimità. Soddisfazione e unione d’intenti quindi, ma di strada da fare ce n’è ancora molta. Žiža: “Abbiamo dati concreti di quelli che so i miglioramenti di quanto accade sul territorio e del realizzo, però siamo ancora lontani da quello che è la realizzazione pratica di tutto quello che è racchiuso nelle implicazioni delle norme costituzionali da applicare sul territorio nazionalmente misto.“ In particolare, secondo Žiža, si può e deve migliorare su due temi importanti quali scuola e competenze di bilinguismo: “Due punti, uno molto positivo e l’altro invece ancora in gioco. Il primo riguarda l’inserimento della lingua italiana nelle prove nazionali del sapere, al nono anno delle scuole slovene del territorio, con la reciprocità che ne consegue. Il secondo invece riguarda un tasto dolente, sul quale ci battiamo dal febbraio 2022, cioè la legge particolare per l’educazione e l’istruzione per le comunità autoctone, e riguarda la competenza ovvero il livello di conoscenza della lingua italiana per l’insegnamento nelle nostre strutture scolastiche. Nello specifico, nell’articolo 15 della legge c’è ancora la dizione secondo la quale la competenza linguistica per l’insegnamento nelle nostre scuole, per chi non ha i criteri di percorso universitario, il livello di conoscenza richiesto è C1, e sono anni che noi diciamo che non è sufficiente“. Qualche problema riguarda anche i finanziamenti del governo ai programmi in lingua italiana della televisione e radio pubbliche, che il presidente della Comunità autogestita costiera della Nazionalità italiana, Alberto Scheriani, spiega così: “i finanziamenti stanziati dal governo per la nostra comunità non arrivano a noi, ma si perdono in qualche meandro strano, e abbiamo messo in evidenza questo aspetto. Non vogliamo ridimensionare i nostri programmi, che sono in difficoltà sia in radio che in tv, ma mancano i fondi e per questo vogliamo avere un discorso chiaro e chiarificatore con tutti quanti lavorano in questo ambito“.
Ad accendere gli animi nella prima parte del dibattito è stato l’accordo di cooperazione economica fra Lubiana e Budapest, pubblicato quasi due anni fa in Gazzetta Ufficiale e ancora lontano dall’essere messo in atto come dovrebbe, secondo l’opposizione. Sul tema sviluppo economico Scheriani ha detto: “ci siamo fatti le ossa, abbiamo capito dove investire e come poter fare meglio, e siamo contenti che i fondi nella prossima prospettiva aumenteranno da 300 a 500 mila euro, in modo da investire di più sulle nostre attività, prima fra tutti anche per i nostri imprenditori, che sul nostro territorio si danno tanto da fare“. Molto convinto del progetto di sviluppo della base economica anche Dyego Tuljak, presidente della sezione giovani della Giunta esecutiva dell’Unione italiana presente in delega al presidente Marin Corva: “per migliorarci prendiamo spunto dal caso ungherese, perché se lì i giovani se ne vanno per mancanza di opportunità e di sbocchi economici, da noi i giovani se ne vanno per standard di vita troppo alti“.
Valerio Fabbri
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