Secondo la maggioranza dei deputati non c'è stato alcun utilizzo spregiudicato dei fondi ministeriali, né pratiche ai limiti della legge, nemmeno nel caso del tanto discusso premio alla poetessa Svetlana Makarovič di un anno fa. Nel mirino del principale partito d'opposizione è finita la ministra della Cultura, Asta Vrečko, nonché segretaria di Sinistra/Levica, terzo partito della coalizione che gravita lungo il sottile confine fra disciplina e desiderio di autonomia per le cosiddette battaglie identitarie. L'opposizione fa il suo lavoro e finora, quando ha puntato un obiettivo, l'SDS è riuscita sempre a centrare il bersaglio, in un modo o in un altro, come dimostra da ultimo il caso della ministra della Trasformazione Digitale, caduta infine per il cosiddetto fuoco amico. Nel caso di Vrečko le accuse sono state molto circostanziate, e vanno dalla ristrutturazione del teatro drammatico di Lubiana a un utilizzo eccessivo di consulenti esterni, tutti nell'area di appartenenza della ministra, che poi deve rispondere di queste scelte tanto da un punto di vista di budget quanto di immagine. Nella richiesta di convocazione della seduta straordinaria, infatti, sono stati messi in risalto anche presunte pratiche di mobbing e pressioni nella selezione del personale dirigente nelle principali istituzioni culturali del paese, come è il caso della recente nomina di Jure Novak a direttore generale dello Cankarjev dom, definita dall'SDS una mossa puramente politica della ministra. In commissione la proposta dell'opposizione è stata bocciata con 9 voti contrari e 5 favorevoli, ma non è da escludere un'interpellanza. La questione, infatti, è tutta politica, e alla ministra potrebbe non bastare più respingere gli assalti adducendo il parere del servizio giuridico e legislativo della Camera di Stato, che ha definito l'ingerenza parlamentare un'invasione di campo nell'operato del suo ministero.
Valerio Fabbri