
Il cambio di passo in materia di sicurezza passa per una presa di coscienza del mondo nel quale viviamo, nella consapevolezza che per far fronte alle nuove sfide servono ulteriori investimenti pubblici. E' questa la cornice politica tratteggiata da Golob al termine di un programma ricco e impegnativo che ha visto sfilare nella tenuta di Brdo tutti i principali ministri del suo governo. Il premier ha però voluto precisare che la spesa aggiuntiva non dovrà avvenire a scapito di diritti già acquisiti, men che mai a svantaggio dei trasferimenti sociali per i gruppi più vulnerabili. Il messaggio è stato rilanciato con forza prima della due-giorni europea a Bruxelles, quando sul tavolo dei capi di governo si parlerà soprattutto di riarmo e spese militari. Ma a Brdo il tema sicurezza è stato affrontato in maniera più ampia, lungo tre direttrici: salute e sicurezza alimentare, infrastrutture ed energia, e difesa tradizionale. I lavori sono stati introdotti dall'ambasciatore Vojko Volk, segretario di Stato nel gabinetto del premier con delega ai rapporti internazionali e alla sicurezza, che ha ribadito un concetto sempre verde: nessuno si salva da solo, ma ognuno deve prendersi cura prima di tutto di sé stesso, perché solo allora sarà in grado di contribuire alle alleanze e alle sfide internazionali. In attesa di una difficile svolta nei negoziati in Ucraina, così come in Medio Oriente, a livello europeo la Slovenia si è messa sulle tracce della Spagna per trovare una via che conduca alla pace. Ma Golob è consapevole che, in vista della presentazione di una bozza di risoluzione sulle spese per la difesa programmata per fine aprile, serve un consenso ampio per il quale tutti tutta la maggioranza deve remare nella stessa direzione. Perché per garantire una salute pubblica accessibile, un approvvigionamento energetico stabile e la sicurezza tradizionale servono risorse aggiuntive. In altre parole, non solo la guerra, ma anche la pace ha un costo, e non è detto che sia garantita né scontata.
Valerio Fabbri